Colate di cemento illegale e consumo di suolo costiero che cancellano dune e inghiottono metri di sabbia, cattiva (e spesso assente) depurazione delle acque, pesca di frodo incontrollata. I nemici del mare e delle coste italiane godono di normative inadeguate. Ne sono prova i numeri e le storie di Mare Monstrum 2020, dossier redatto dall’Osservatorio nazionale Ambiente e legalità di Legambiente: oltre 23mila i reati contestati nel 2019, con un incremento del 15,6% rispetto al 2018 e oltre la metà (il 52,3%) si concentrano tra Campania, Puglia, Sicilia e Calabria. Sono invece oltre 6mila i sequestri effettuati (con un incremento dell’11,2%), per un valore economico che ammonta a circa 520 milioni di euro. Ad accompagnare i numeri del dossier, elaborati su dati di forze dell’ordine e Capitanerie di porto, tanti casi concreti: storie di un’Italia che anche dopo la fine del lockdown pare avere ripreso a pieno ritmo le attività ecocriminali. Un assalto contro cui Legambiente si batte attraverso la campagna Goletta Verde che, insieme a Goletta dei Laghi, quest’anno salperà in un’edizione dalla formula inedita. Un viaggio che, per la prima volta, non seguirà il classico itinerario coast-to-coast a bordo dell’imbarcazione ma che, nel rispetto delle restrizioni imposte dalla pandemia, punta a non abbassare la guardia sulla qualità delle acque e sugli abusi che minacciano le coste italiane.

UNA CAMPAGNA INEDITA – Citizen science e territorialità sono le parole chiave delle due campagne estive per il 2020. Quest’anno campionamenti e analisi microbiologiche saranno infatti eseguiti da team di tecnici locali affiancati dai volontari: l’ufficio scientifico di Legambiente si occuperà della loro formazione, individuando laboratori certificati sul territorio. “I dati di Mare Monstrum e delle Golette dello scorso anno ci parlano di acque in preda a vecchie e nuove minacce. Dal marine litter (la dispersione di rifiuti in mare, ndr), cui si aggiungono i dispositivi di protezione, agli scarichi illegali e all’abusivismo”, spiega Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, secondo cui “servono certamente più controlli e migliori strumenti per monitorare i territori, un’accelerazione nella lotta all’abusivismo edilizio che solo una riforma più incisiva della legge può garantire. E una profonda modifica normativa del settore della pesca, con sanzioni più efficaci per chi saccheggia il mare”.

LE STORIE DI ABUSI DA CUI RIPARTIRE – È soprattutto la fotografia restituita da Mare Monstrum a dare la misura dell’aggressione all’ecosistema marino. In testa ai reati nelle regioni litoranee ci sono quelli legati al ciclo del cemento (il 42,5% del totale), comparto nel quale è la Campania a guidare la classifica, seguita da Puglia, Lazio, Calabria e Sicilia. Dalla Costiera amalfitana alla Scala dei Turchi, dal Salento al litorale calabrese con Isola di Capo Rizzuto, fino alle isole minori come Lampedusa, Capri, le Eolie, le perle del Mare Nostrum sono costantemente preda degli appetiti degli abusivi, che non risparmiano posti idrogeologicamente fragili come Ischia. Tutto questo mentre in Sicilia è in atto un nuovo tentativo di condono con una proposta di legge del governo Musumeci che, in nome del “riordino della materia urbanistica”, vuole estendere le previsioni del primo condono edilizio del 1985 (meno restrittivo) anche alle domande giacenti in virtù della legge del 2003, che esclude categoricamente gli immobili realizzati all’interno delle aree vincolate.

IL MARE E LA CATTIVA (O ASSENTE) DEPURAZIONE – Seconda voce con il maggior peso nel dossier, il mare inquinato, correlato al problema cronico della depurazione: secondo l’Istat, poco più del 44% dei Comuni italiani è dotato di impianti di depurazione adeguati agli standard Ue. E in 342 comuni il servizio di depurazione delle acque reflue urbane è addirittura assente: le maggiori criticità in Sicilia, Calabria e Campania. Nel complesso, l’inquinamento da cattiva depurazione, scarichi fognari e idrocarburi ha registrato quasi 8mila infrazioni nel 2019, il 33% delle illegalità accertate a danno del mare. La cattiva depurazione “è la vera opera incompiuta del nostro Paese – spiega Zampetti – per la quale siamo già stati condannati dall’Ue a pagare 25 milioni di euro, cui se ne aggiungono 30 ogni semestre di ritardo nella messa a norma. Risorse – aggiunge – che potremmo destinare ad adeguare gli impianti”. C’è poi il capitolo pesca illegale che rappresenta il 22% delle infrazioni, con 555mila chili di pescato, 69mila metri di reti killer e oltre 7.500 attrezzi da pesca sequestrati: in testa la Sicilia, seguita da Campania, Puglia, Liguria, Sardegna.

GOLETTA VERDE E GOLETTA DEI LAGHI – Abusivismo edilizio, cattiva depurazione, beach litter e usa e getta, spiagge ed erosione costiera, biodiversità e aree protette, lotta contro le fonti fossili sono i grandi temi al centro della 34esima edizione di Goletta Verde che prende il via in tutte la 15 regioni costiere italiane. Prima tappa in Friuli. Occhi puntati sulla questione spiagge libere, di grande attualità, e sull’emergenza erosione costiera, che negli ultimi anni ha subito un’accelerazione notevole. Legambiente racconterà, attraverso un sito ad hoc sulla trasformazione dei paesaggi costieri, come l’erosione stia modificando la loro fisionomia e come i processi edilizi, climatici ed erosivi mettano a rischio i litorali italiani. Scarichi non depurati e inquinanti, abusivismo, rifiuti e microplastiche nelle acque non risparmiano i bacini lacustri italiani e i loro preziosi ecosistemi, da 15 anni al centro di Goletta dei Laghi, che nel 2020 cambia anch’essa format: più spazio al digitale e ai territori. Undici le regioni interessate. Un’occasione per tornare sul tema delle microplastiche nelle acque interne, attraverso la pubblicazione inedita dei dati del monitoraggio dell’edizione 2019, realizzato in collaborazione con Eena e Irsa/Cnr.

Parte oggi anche BEach CLEAN, campagna di sensibilizzazione sull’emergenza rifiuti nelle spiagge del Mediterraneo: l’iniziativa, nata nell’ambito del progetto europeo Common, punta a promuovere un dialogo costruttivo con stabilimenti balneari e turisti: primo step, la condivisione e l’affissione di un decalogo di semplici azioni da seguire per ridurre il fenomeno del marine litter. Cinque le aree pilota dove la campagna sarà avviata, Maremma e Salento in Italia, l’Isola Kuriat e Monastir in Tunisia, la Riserva Naturale Costiera di Tiro in Libano, per concludersi il 30 settembre.

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