di Cecilia Pacini

Italia Nostra non lascerà sola Marina Aldi, attivista dell’associazione e Guida del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, nel suo impagabile ruolo di sentinella dello stato ambientale e paesaggistico dell’Isola del Giglio, ruolo che ha consentito all’associazione di tutelare questo luogo di incomparabile bellezza. Dopo l’inquietante episodio del 22 maggio scorso, quando una grosso petardo ha mandato in frantumi i vetri e divelto due porte dell’abitazione della guida, in pieno centro storico a Giglio Castello, Italia Nostra intende ricordare alle amministrazioni coinvolte che, pur avendo l’isola superato la crisi della Costa Concordia, persistono ancora criticità ambientali, paesaggistiche e monumentali da risolvere celermente per il bene della comunità. Criticità segnalate ripetutamente anche dal gruppo di minoranza del Consiglio Comunale e che, fino ad oggi, non hanno ottenuto la necessaria attenzione da parte dell’attuale Amministrazione Comunale.

L’isola del Giglio è una delle più belle isole del Mediterraneo, la sua acqua cristallina è apprezzata dai sommozzatori di tutto il mondo. Verso la fine degli anni 70 due tra le sue cale più belle sono state prese di mira dalla speculazione immobiliare: si tratta dell’enorme complesso noto con il nome di Marina del Giglio a Campese, sorto sul sito minerario dell’ex Montecatini; e il Residence Cannelle, che ha letteralmente cementificato una buona parte della spiaggia dell’omonima cala. Fino ad allora l’isola era scampata alla grande speculazione; dopo, rotto l’incantesimo, si è scatenata una vera e propria campagna alla distruzione paesaggistica di questa realtà unica, anche dal profilo geologico – infatti l’isola è un gigantesco blocco di granito di 21 km quadri di superficie a poche miglia dalla costa toscana.

Per invertire questa rotta, la prima questione da affrontare riguarda la discarica storica, l’unica della Toscana a non essere stata ancora bonificata. Nel 2013 il Comune non riuscì a ottenere un finanziamento di più di 2.800.000 euro per la sua bonifica e ora l’isola e la Regione Toscana rischiano una procedura d’infrazione da parte della Commissione Europea. Per scongiurare la multa, la Regione Toscana ha anticipato al Comune il costo della messa in sicurezza dalla discarica (circa 500.000 euro): un enorme telone verde copre ora un’area dell’estensione di circa due campi di calcio con in mezzo un enorme bombolone bianco per la raccolta del gas metano di percolazione.

La discarica insiste sulla stessa particella catastale del sito archeologico della Cote Ciombella con grave nocumento al luogo stesso. Il riconoscimento dell’importanza del sito si deve proprio a Marina Aldi e quindi la sua valorizzazione sta molto a cuore a Italia Nostra. Per questo è stato realizzato dall’Associazione un panello esplicativo in plexiglas che, purtroppo, nel 2017 è stato mandato in frantumi da sconosciuti del posto, uno dei tanti episodi di vandalismo contro la segnaletica per la valorizzazione della parte dell’isola che ricade anche dentro il territorio del Parco Nazionale, che Marina Aldi ha costantemente fatto presente a chi preposto.

L’altro problema da risolvere velocemente e bene, riguarda la Rocca Pisana a Giglio Castello (di recente trasferimento al Comune grazie al “federalismo demaniale”) che, secondo le indicazioni del Parco Nazionale, dovrebbe diventare un Museo del Territorio. Per questo l’Ente Parco ha dato 800.000 euro al Comune. A due anni di distanza da quando furono montate le impalcature su gran parte della struttura, solo ora pare che i lavori siano entrati nel vivo, anche se nulla si sa sulla loro durata e consistenza. Soprattutto Italia Nostra chiede chiarimenti sui lavori che attualmente riguardano il tetto, già oggetto di restauro a metà degli anni ’80.

Infine, non si può non menzionare il fatto grave che durante l’emergenza della Costa Concordia, il Comune ha approvato il Nuovo Piano Strutturale, dove si prevede la realizzazione di una funicolare che dal Porto dovrebbe salire fino al Castello per poi discendere a Campese: un piano che comporterà lo scempio dei tralicci e delle stazioni di arrivo e che Italia Nostra trova assolutamente inutile, visto che gli attuali autobus, che partono in coincidenza dei traghetti, possono benissimo essere sostituiti da mezzi elettrici. Inoltre non si capisce come in epoca di PIT, ZPS, ed Aree Protette, si possa concepire uno scempio del genere, che trasfigurerebbe una grossa fetta del territorio isolano, senza risoluzioni logiche e pratiche per quanto riguarda la mobilità sull’isola.

Queste criticità sono solo la punta dell’iceberg di un diffuso senso di insofferenza verso il Parco e la legalità in generale, che sfocia poi nella realizzazione di strade all’interno della ZPS senza richiesta di VIA o di VAS; oppure produce la distruzione degli antichi terrazzamenti, sostituiti da altri di nuova costruzione privi in apparenza delle autorizzazione. A buon titolo, i terrazzamenti dell’isola sono da considerarsi opere di ingegneria idraulica che svolgono un importantissimo ruolo di difesa dal dissesto idrogeologico, oltre a essere parte del patrimonio immateriale tutelato dall’Unesco da quando i muri a secco e i paesaggi terrazzati sono stati inclusi nella World Heritage List.

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