Una leucemia linfoblastica acuta, poi a marzo, la diagnosi di positività al coronavirus: ma nonostante il Covid, il trapianto di midollo su un bambino di 6 anni è perfettamente riuscito. L’intervento è stato effettuato all’ Ospedale Bambino Gesù di Roma dall’equipe del professor Franco Locatelli: prima è stato curato con la terapia al plasma iperimmune, poi, una volta negativizzato, è arrivato l’atteso trapianto con le cellule staminali del padre. Il bimbo era arrivato lo scorso ottobre da Londra per ricevere curare una recidiva della leucemia linfoblastica di cui soffriva, ma durante i test preparatori per il trapianto i medici avevano scoperto che tutta la famiglia era stata contagiata dal coronavirus. Infatti non avendo trovato un donatore compatibile, il team di medici aveva optato per il trapianto di cellule staminali emopoietiche da genitore. Durante le indagini per decidere il donatore, la diagnosi: papà e figlio erano due casi asintomatici, la mamma aveva contratto il Covid con lievi sintomi.

Il piccolo, le cui difese immunitarie erano già compromesse dalla leucemia, è stato ricoverato al Covid hospital di Palidoro e sottoposto in via compassionevole al trattamento con il plasma iperimmune, prelevato da un paziente già guarito dall’infezione. Poi, una volta risultato negativo, è stato sottoposto al trapianto con le cellule staminali emopoietiche prelevate dal papà, anche lui nel frattempo guarito dal coronavirus. Si tratta della tecnica messa a punto proprio dall’équipe di Locatelli e sviluppata nell’ospedale pediatrico di città del Vaticano, con la più ampia casistica al mondo: circa 700 i trapianti da genitore fino ad oggi su bimbi con leucemie e tumori del sangue. Il piccolo ora sta bene: nessuna complicanza post-operatoria. Sta affrontando la convalescenza e si sottoporrà ai normali controlli post-trapianto.

“L’attività sanitaria nella nostra regione non si è mai fermata, neanche durante l’emergenza coronavirus – ha dichiarato l’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato – voglio ringraziare per il loro impegno tutte le equipe, i professionisti, i medici e gli operatori che hanno contribuito a rendere possibile questo successo”. Poi ha aggiunto un “ringraziamento particolare” al dottor Franco Locatelli, al direttore scientifico dello Spallanzani, Giuseppe Ippolito e all’equipe del San Camillo e del Bambino Gesù.

Il piccolo ora è in ottime condizioni generali, non ha avuto complicanze post-trapianto, le cellule del papà si stanno moltiplicando e si avvia verso la guarigione completa. Con le metodiche di manipolazione cellulare attualmente disponibili, la percentuale di guarigione con il trapianto di midollo da uno dei 2 genitori è sovrapponibile a quella ottenuta utilizzando un donatore perfettamente idoneo. Il carattere innovativo dell’intervento si deve anche al ricorso alla terapia con plasma iperimmune: “Nella letteratura medica specifica – spiega Locatelli all’Ansa – ad oggi non risulta essere mai stato trattato un paziente pediatrico, o un futuro ricevente di un trapianto di cellule staminali, con questo approccio per rendere il trapianto più sicuro. Dunque questo approccio, a nostra conoscenza, risulta essere stato impiegato per la prima volta in un paziente leucemico, e ovviamente apre la strada a trattamenti analoghi per altri pazienti in simili condizioni”. In generale l’infusione di plasma iperimmune, spiega l’esperto, “è una delle strategie più promettenti per il trattamento dei pazienti affetti da forme di Covid con severo interessamento polmonare. Nel caso del piccolo, pur non essendoci un interessamento polmonare, il bimbo non poteva però formare anticorpi contro Sars Cov 2 a causa delle terapie ricevute. Abbiamo quindi deciso di provare se il plasma portasse alla guarigione virologica del bambino”. Tutto questo, ha concluso Locatelli, “è avvenuto, ed in seguito è stato sottoposto al trapianto. L’intervento ha avuto successo, il piccolo ha già ottenuto un buon recupero sia dei globuli bianchi sia delle piastrine, e verrà presto dimesso dall’ospedale“.

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