Si è aperta la fase 3 e stiamo facendo i conti con la nostra nuova routine: come la state affrontando? Com’è cambiata la vostra professione e quali difficoltà state incontrando? Come giudicate l’organizzazione nelle vostre città? Raccontatecelo, il blog Sostenitore è pronto ad ospitare le vostre riflessioni o denunce. Vi basta compilare il form apposito, la redazione leggerà i vostri post (tutti) e pubblicherà i migliori ogni giorno.

di Antonio Zarra

“Finalmente è iniziata la fase 3” hanno gridato i più che non ce la facevano più a stare rintanati in casa. Ed è stato il grido di giubilo dei tanti titolari di negozi, bar, trattorie, lidi balneari, che stanno tutti industriandosi per organizzare le proprie attività commerciali rispettando tutti i protocolli previsti dalla legislazione vigente per rispettare la distanza sociale e le linee guida per i famosi dpi, dispositivi di protezione individuali: guanti e mascherine, le armi a nostra disposizione per tenere lontano l’infido nemico e per l’igiene e profilassi degli ambienti.

Per chi durante la fase 1 e 2 è stato costretto a lavorare perché facente parte di un settore economico di primaria necessità ed è un pendolare fra i tanti e che almeno per 5 giorni su 7 la settimana, per tutti i giorni che Dio manda in terra, si sveglia all’alba per un salario che a malapena riesce a far sbarcare il lunario, l’inizio della fase 3 è stato quasi… fastidioso!

E’ stato piacevole viaggiare su treni semivuoti, dove i posti erano a disposizione, ci si poteva ‘svaccare’ e allungare le gambe, finalmente, senza urtare nessuno che reagisse con fastidio. Senza sgomitare per prendere il bus o il tram o il metro per recarsi sul luogo di lavoro, senza fare a botte nella pausa pranzo per andare in mensa!

Si stava così bene attraversare la città senza quell’orrido assembramento umano che c’è in ogni grande città a tutte le latitudini geografiche e con l’aria meno puzzolente per via dell’abbassamento del livello delle polveri sottili e della produzione industriale.

Sono del parere che dove c’è l’intervento dell’uomo ci sono danni ambientali. Staccare la spina non è stato così deleterio, tutt’altro! Solo che qualsiasi persona con un po’ di sale in zucca sperava di farlo in situazioni non così drammatiche, ma si sa che l’essere umano rimane allo stato infantile e non cresce mai.

L’augurio che mi va di fare all’Italia intera è che la fase 3 possa essere l’alba di un nuovo giorno, l’inizio di un processo sociale che metta al primo posto l’individuo in un contesto di comunitarismo solidale!

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