C’è un’inchiesta che scuote il mondo politico e amministrativo del Trentino Alto Adige e rischia di avere pesanti ripercussioni su una delle più importanti opere pubbliche in corso di realizzazione in Italia, il traforo del Brennero che dovrebbe concludersi entro il 2028. La Procura della Repubblica di Trento ha iscritto nel registro degli indagati otto nomi. Il più importante è quello di Konrad Bergmeister, ex amministratore (per la parte austriaca) della Brennerbasistunnel Se (Bbt), la società che sta realizzando l’opera, finito nel mirino della magistratura per il doppio in carico di progettista e di amministratore. Di lui aveva scritto, in un paio di interrogazioni in consiglio provinciale a Trento il consigliere Filippo Degasperi, all’epoca dei Cinquestelle, oggi del movimento “Onda”. Tutta la vicenda è stata raccontata esattamente un anno fa dal Fatto Quotidiano, con un’inchiesta firmata da Ferruccio Sansa.

Partendo anche dai sospetti di costi lievitati oltremisura si è mossa la Procura che ha mandato la Guardia di Finanza ad acquisire documenti in alcune società strategiche. Innanzitutto nella sede di Autobrebbero spa, poi negli uffici della Provincia di Bolzano, infine in quelli di Emaprice spa, una società che ha sede legale a Bolzano e altre sedi in Austria e in Veneto, dove a Possagno (in provincia di Treviso) si trova la base amministrativa del gruppo Daniele. L’inchiesta è condotta dai sostituti procuratori Davide Ognibene e Carmine Russo, che ipotizzano una serie di reati che vanno dalla turbata libertà degli incanti, alla truffa, falsità materiale, dal peculato alla rivelazione del segreto d’ufficio. In particolare, Bergmeister è indagato per turbata libertà degli incanti, anche a causa del supposto conflitto di interessi per il suo doppio ruolo di amministratore per la parte austriaca della Bbt e di progettista per Emaprice. Bergmeister fu rimosso dal suo posto da Ferrovie dopo che l’amministratore delegato Raffaele Zurlo aveva formulato pesanti accuse sulla crescita della spesa da parte degli austriaci, con sforamento delle previsioni per 210 milioni di euro, ma riguardanti solo il versante austriaco. Lo scorso anno Ferrovie sostituì Zurlo e Bergmeister con Gilberto Cardola e Martin Gradnitzer. Tra gli otto indagati ci sarebbe anche il direttore della ripartizione Infrastrutture della Provincia di Bolzano, Valentino Pagani.

Emaprice sta svolgendo numerosi lavori collegati al tunnel del Brennero. In val Padaster (in Austria) otto anni fa realizzò il portale di accesso per il cunicolo di drenaggio. In Italia ha vinto nel 2019 un appalto da 7,5 milioni di euro per collegare la statale 12 e l’area di cantiere della Bbt. L’inchiesta non mette in discussione la regolarità degli appalti, ma rileva come la società si affidasse nella progettazione anche allo studio dell’ingegnere di Bolzano (dove egli è anche presidente della Fondazione Cassa di Risparmio). Nel mirino della Finanza ci sono (secondo quanto riporta Il Corriere del Trentino) quattro appalti. Innanzitutto il tunnel del Brennero, dove Emaprice è stata incaricata dei lavori per la nuova viabilità in zona Rio Riol. Poi lo svincolo di Trento nord, commissionato dalla Provincia di Trento, il cui costo di 30 milioni in parte viene pagato dalla società A22. C’è poi il ponte in val Nambrone (costo 500 mila euro) e la messa in sicurezza del Viadotto Canova di Gardolo (2,7 milioni di euro).

Sono una dozzina i decreti di perquisizione notificati agli indagati. In A22 i finanzieri hanno chiesto anche la documentazione relativa all’attività di Bergmaister che fino al 2007 era stato direttore tecnico di Autobrennero. Il gruppo di Possagno ha diffuso una nota in cui precisa che per le opere realizzate nel 2012-13 in Austria e nel 2019 a Fortezza, “non è mai stato conferito alcun incarico allo studio Bergmeister”. Per Trento Nord, invece, gli studi affidatari sono due, tra cui quello dell’ingegnere bolzanino. Il gruppo assicura la massima collaborazione “per poter mettere in luce la regolarità e correttezza del proprio comportamento, certo che in tal modo la Procura potrà chiarire l’estraneità di Emaprice dalla vicenda”. Il consigliere provinciale Filippo Degasperi, che ha causato lo smottamento giudiziario, commenta: “Quando interviene la magistratura, significa che la politica ha fallito. In risposta alle mie interrogazioni sulla lievitazione dei costi e sui doppi incarichi di Bergmeister, il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, ha risposto che tutto andava bene”.

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