Le paratoie del Mose, alla bocca di porto di Treporti, vennero messe in acqua ormai nel lontano 2013, con contorno di autorità e ministri che plaudevano alla grande opera destinata a salvare Venezia. Da allora sono rimaste sempre lì, senza che fosse fatta la manutenzione (prevista ogni cinque anni) e quindi sono state aggredite dalla ruggine. La scoperta, come riporta il quotidiano La Nuova Venezia è di pochi giorni fa ed è l’ennesima dimostrazione, se ce ne fosse bisogno, di quante anomalie e malfunzionamenti siano destinati ad accompagnare il non ancora completato Mose, se non altro perché i lavori infiniti compromettono manufatti e parti meccaniche disseminati in un lungo arco di tempo. Basti pensare che la posa della prima pietra dei cantieri risale ormai al 2003 e da allora, tra scandali, commissariamento, mancanza di soldi, sono trascorsi 17 anni.

La scoperta della ruggine che si sta mangiando le paratoie a Treporti è di qualche giorno fa. E’ venuta meno la protezione esterna composta da una speciale vernice, evidentemente a causa delle maree e della corrosione da parte dell’acqua salina. Lo hanno accertato alcuni sommozzatori durante un’ispezione subacquea. Hanno notato le macchie di ruggine sulla superficie sommersa che interessa un po’ tutte le 21 paratoie installate alla bocca del porto. Si tratta dei manufatti realizzati per primi dall’impresa Mantovani di Piergiorgio Baita, poi travolta dallo scandalo delle tangenti pagate a politici e uomini dello Stato dall’ingegnere Giovanni Mazzacurati e dalle aziende titolari della concessione. Le altre paratoie, più recenti, sono state realizzate da altre imprese.

Della ruggine che intacca il Mose si parla da almeno tre anni. Fu scoperta sulle cerniere che alzano le paratoie, al punto che i commissari hanno bandito una gara internazionale per studiare il modo di ovviare al problema. Nel 2018 una relazione tecnica sottolineò l’importanza della manutenzione e la carenza del trattamento di protezione, che dovrebbe essere sostituito da tecniche più efficaci, ma costose. Lo scorso anno i commissari bandirono una gara da 18 milioni di euro per la manutenzione, ma gli interventi non sono ancora iniziati a causa dei ricorsi delle ditte escluse (Brodosplit e Fincantieri) contro la vincente Cimolai. Oltre alla ruggine su paratoie e cerniere c’è anche la sabbia che ha inceppato i meccanismi di sollevamento di alcune delle 78 paratoie suddivise in quattro parti.

La scoperta dei nuovi problemi di ruggine ha, in qualche modo, rovinato la festa per il doppio sollevamento delle barriere a Malamocco e Chioggia. Siccome non è ancora ultimato il sistema di comando dall’Arsenale, sono stati utilizzati i collegamenti garantiti dal ponte radio dell’Esercito. Ad azionare il pulsante è stato il generale Giuseppe Nicola Tota. “La data di consegna del Mose è confermata per il 31 dicembre 2021, ma la riformulazione del cronoprogramma dei lavori e la predisposizione entro l’estate delle procedure per il sollevamento del sistema, in cui saranno fissate le altezze di marea a cui sarà possibile autorizzare il sollevamento delle paratoie, renderanno possibile proteggere Venezia dall’acqua alta già dal prossimo autunno”, ha dichiarato il commissario straordinario Elisabetta Spitz. La prova ha riguardato le 37 paratoie di Chioggia e Malamocco, a fine giugno è previsto il sollevamento, in contemporanea, di tutte le 78 barriere.

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