Jabil tira dritto, interrompe le trattative con i sindacati e lamenta una “chiusura totale sulla principale condizione” che aveva posto per ritirare i 190 licenziamenti annunciati una settimana fa ai lavoratori della fabbrica di Marcianise nonostante il divieto prorogato dal decreto Rilancio. Condizione che consisteva, spiegano i sindacati, nel “mettere per iscritto l’accettazione dei licenziamenti programmati dall’azienda per il 24 agosto prossimo, prevedendo un accordo in sede ministeriale con parere positivo da parte delle organizzazioni sindacali”. Inaccettabile per Fim, Fiom, Uilm e Failms secondo cui la multinazionale Usa “conferma la sua arroganza”. Così Jabil ha lasciato il tavolo, dopo tre giorni di trattative con la mediazione del ministero del Lavoro.

“I licenziamenti sono stati adottati all’esito di un percorso legittimo” iniziato nel giugno 2019, sostiene Jabil contestando dunque quel che era stato detto dal ministro Nunzia Catalfo, che ha contestato l’illegittimità della decisione perché adottata fuori termine e soprattutto durante la vigenza della norma che sospende per la pandemia i licenziamenti fino a metà agosto. “Jabil secondo i tempi della procedura avrebbe dovuto procedere ai licenziamenti già il 23 marzo 2020. Con l’avvento della pandemia Covid, si è stabilito con un accordo siglato con i sindacati di posticipare i licenziamenti al 25 maggio, cosa che poi abbiamo effettivamente fatto”.

L’accordo sull’utilizzo di altre cinque settimane di cassa integrazione e il contestuale ritiro dei licenziamenti sembrava raggiunto, ma l’azienda ora sostiene di essere stata “costretta” a interrompere le trattative a causa della “chiusura totale sulla condizione posta da Jabil” ovvero la “definizione di un percorso certo che porti entro la fine di agosto alla risoluzione definitiva degli esuberi strutturali“. Insomma: il 17 agosto cesserà lo stop ai licenziamenti imposto dalla normativa anti-Covid e a quel punto intende procedere. I sindacati avrebbero invece voluto una riapertura dei termini della procedura con un ulteriore termine di 45 giorni per le consultazioni.

“Credo che sia inaccettabile l’atteggiamento dell’azienda che in spregio alle norme esistenti” ha proceduto con i licenziamenti, ha commentato il ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli a SkyTg24 Economia, “ha fatto bene la ministra Catalfo a ribadirlo chiaramente e la ministra è in attesa di parlare con il ceo della casa madre. Noi abbiamo mosso anche la diplomazia economica per far capire all’azienda che forse è il caso di avere un atteggiamento diverso”.

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