L’inchiesta su Chiara Appendino viaggia verso l’archiviazione. La procura di Torino è orientata a non contestare alcun reato alla sindaca del capoluogo piemontese. Il procedimento è quello che aveva fatto arrivare ad Appendino un avviso di garanzia per concorso in peculato. La vicenda è legata all’incarico di consulenza per la Fondazione Salone del Libro svolta nel 2017 da Luca Pasquaretta, all’epoca portavoce della prima cittadina.

Appendino, ascoltata dai magistrati, aveva affermato che il lavoro gli era stato assegnato contro la propria volontà. Lo scorso 17 febbraio gli inquirenti hanno ascoltato una funzionaria del Comune, Elisabetta Bove, la quale ha detto di non avere avuto contatti con la sindaca in quell’occasione e che la Fondazione aveva chiesto la collaborazione di Pasquaretta a titolo di “supporto organizzativo” e non di addetto stampa. Pasquaretta, che per l’incarico ricevette un compenso di cinquemila euro (poi restituiti), è fra gli indagati.

Il procedimento è ancora in corso. L’avviso di garanzia era stato inviato alla sindaca nel giugno scorso, e la stessa Appendino ne aveva dato notizia con un post su facebook. Per Appendino si tratta della terza indagine in quattro di mandato, dopo quelle sul caso Ream in cui è accusata di falso e abuso d’ufficio e quella per i fatti di piazza San Carlo della sera della finale di Champions League Juventus-Real Madrid per i quali la prima cittadina è chiamata a rispondere di disastro, lesioni e omicidio colposo.

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