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Musica, “più brani rilassanti e podcast sulla meditazione”: come il coronavirus ha cambiato i nostri gusti negli ascolti in streaming

L'unico dato positivo in queste settimane di quarantena e con un mercato discografico in forte contrazione, viene solo dallo streaming. In Italia – secondo i dati Gfk - dall'inizio del lockdown lo streaming free è salito dell'11%, mentre il premium del 27%. Dati sconfortanti dal fisico -50% e soprattutto dal download -25 %

di Andrea Conti

Lo streaming salverà l’industria discografica? Ai posteri l’ardua sentenza. Un dato certo è che proprio dall’ascolto delle piattaforme digitali arriva l’unico segno positivo, in un mercato ormai disastrato dalla pandemia del Covid-19. Secondo i dati che abbiamo raccolto dalla FIMI e certificati Gfk, in Italia dall’inizio del lockdown il numero streaming free è salito complessivamente dell’11%, mentre l’ascolto premium è aumentato del 27%. Un dato positivo che include tutte le piattaforme digitali da Apple Music a Spotify. Ovviamente abbiamo chiesto ad entrambe le aziende i numeri nel dettaglio per quanto riguarda il mercato italiano, ma essendo quotate in borsa, per policy interna non ci hanno rilasciato i dati richiesti. I numeri rimangono top secret, tranne nei casi in cui c’è da comunicare qualcosa che possa interessare gli investitori. Come nel caso di Spotify che ha annunciato trionfalmente di aver raggiunto i 130 milioni di abbonati Premium nel mondo nel primo trimestre, con un aumento del 31% rispetto allo scorso anno. Numeri importanti.

Se lo streaming esulta, continua ad andare male per il supporto fisico (cd e vinili) in Italia che viaggia con un calo del 50% rispetto allo scorso anno, nonostante Amazon abbia ripreso a distribuire musica, mentre il download cala addirittura del 25%.

Una cosa è certa. Gli utenti costretti a casa per la quarantena hanno modificato in maniera radicale l’ascolto della musica in streaming. Nelle playlist si è notato – secondo i dati racconti da Spotify – che compaiono canzoni lente, rilassanti, meno dance e più ballad. Inoltre si preferisce la musica strumentale. Fioccano anche i podcast su temi come benessere e meditazione. Insomma la piattaforma svedese ha riassunto in uno slogan il cambio di routine dell’ascolto: “Ogni giorno, ora, sembra il fine settimana”.

Questo trend è una conseguenza drastica della mobilità limitata sia per quanto riguarda gli spostamenti in auto, che per le attività legate al fitness. Il tempo di ascolto della musica ormai è relegata ad attività come cucinare, fare le faccende domestiche, l’aumento del tempo passato in famiglia e il tentativo di rilassarsi a casa. Ultimo dato significativo, l’ascolto dello streaming attraverso la tv e le console di gioco è cresciuto, superando il 50%, rispetto allo stesso periodo del 2019.

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