Mentre l’Italia si prepara alla fase 2 dell’emergenza, tra preoccupazioni e incertezze, il 63 per cento degli intervistati conferma la fiducia nel governo: la cifra è in calo di 8 punti rispetto al picco di marzo, ma rimane tra le più alte degli ultimi anni. E’ questa la fotografia dell’istituto Demos, pubblicata da Repubblica, quando mancano poche ore all’inizio del primo graduale ritorno alla normalità. Tra i leader, oltre al presidente del Consiglio in testa con uno scarto di 13 punti nonostante il -7% di consensi, si distinguono Luca Zaia e Roberto Speranza. Mentre Giorgia Meloni e Matteo Salvini perdono rispettivamente 12 e 9 punti negli apprezzamenti e lasciano il podio dei più apprezzati. In generale, due intervistati su 3 promuovono l’esecutivo, mentre solo il 35 per cento approva come si muove l’opposizione del centrodestra.

In un quadro generale di incertezze, come segnalato da Ilvo Diamanti, il governo resiste con un gradimento al 63%: -8 punti rispetto al picco di marzo (71%), ma ancora +19 punti rispetto a febbraio scorso (44%). Una soglia simile per un esecutivo era stata raggiunta solo a settembre 2018, all’inizio del primo governo gialloverde. Altrimenti bisogna tornare indietro fino al 2014, quando al governo c’era ancora Matteo Renzi.

Per quanto riguarda la fiducia nei leader, Conte rimane in testa al 64 per cento nonostante un calo significativo di 7 punti. Dietro il presidente del Veneto Luca Zaia (che passa dal 48 al 51 per cento dei consensi) e il ministro della Salute Roberto Speranza (dal 40 al 41). Perde, in termini di fiducia, ben dodici punti Giorgia Meloni (dal 52 al 40), che viene così sorpassata dal ministro in quota Leu. Seguono: Emma Bonino (40) e Dario Franceschini (38). Toccano il 37 per cento: Luigi Di Maio, Attilio Fontana e Matteo Salvini (il leader leghista scende dal 46 al 37). Molto significativo, osserva ancora Diamanti, il fatto che il segretario del Carroccio perda consensi e raggiunga il presidente della Lombardia, sua Regione e anche suo punto debole in queste settimane. Comunque dietro si posiziona il segretario Pd Nicola Zingaretti (scende dal 40 al 36). Silvio Berlusconi sale di un punto al 35%. Ancora in coda e senza mostrare accenni di cambi di tendenza, Matteo Renzi: il leader di Italia viva perde 5 punti e arriva al 20. In coda Vito Crimi al 17 e Beppe Grillo al 16 per cento.

Sul fronte dei partiti, resta prima la Lega al 26,6 per cento dei consensi. Ma in calo di altri due punti rispetto a marzo (- 8 dalle Europee). Si rafforza l’area di governo, mostrando una prospettiva di crescita: Pd (dal 21 al 21,8) e M5s (dal 14,6 al 16,3). Mentre rimangono stabili gli altri esponenti della coalizione di centrodestra: Fi al 6,2% (+0,3) e Fdi al 13,6 (+0,1%). In coda Leu e la Sinistra al 3,6 (+0,1%), mentre il partito di Carlo Calenda Azione cresce al 2,5 (+0,5) e supera i renziani di Italia viva che dal 3,3 scendono al 2,2%. Chiude +Europa al 2.

Per quanto riguarda i giudizi sugli attori in campo, la valutazione delle istituzioni italiane impegnate nella gestione della crisi, anche se in alcuni casi mostra flessioni, resta globalmente positiva. Due italiani su tre valutano positivamente l’azione dell’esecutivo. E 3 su 4 il ruolo del presidente della Repubblica. L’87 per cento degli intervistati conferma la fiducia nel sistema sanitario nazionale (a marzo era il 94%) e nella Protezione civile. Infine, solo il 34% promuove il comportamento dell’Unione europea e dei partiti di centrodestra (dal 51 al 34%) che si muovono all’opposizione.

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