Sarà che il 25 aprile a Venezia è la festa di San Marco, patrono della città e ispiratore dei sogni leghisti, ma Luca Zaia decide di fare un annuncio al Veneto. Anche perché nel giorno festivo è consuetudine regalare un “bocolo” di rosa alla moglie o alla fidanzata. La decisione viene presa nonostante indicatori nazionali sostengano che l’apertura produttiva ha comportato un aumento dei contagi. “Firmo nuova ordinanza, voglio raschiare il fondo del barile” dice.

In conferenza stampa il governatore leghista mostra due dati. Il 13 aprile c’erano 1.672 ricoverati e 245 terapie intensive. Dopo undici giorni di parziale riapertura, i ricoverati sono scesi a 1.289, le terapie intensive a 130. Zaia mostra i cartelli con i numeri e annuncia una ordinanza a sorpresa. “Questa decisione non significa che è finita, ovvero tutti in piazza a far festa. Solo che stiamo ragionando già con la fase 3, quella di convivenza con il virus”.

Ed ecco che riaprono bar, ristoranti e pasticcerie per il ritiro del cibo da asporto. Autorizzati i cittadini ad andare a prendere il gelato. Concesso anche il permesso di andare a curare l’orto, anche se si trova fuori dal comune di residenza. Riaperti cimiteri (che sono stati chiusi solo da ordinanze comunali), darsene, fiorerie. Riprendono lavori per opere pubbliche ed edilizie. La nuova ordinanza della Regione Veneto entra in vigore dalle 15 di venerdì 24 aprile. Eliminato anche l’obbligo per negozi di abbigliamento per bimbi, cartolerie e librerie di tenere aperto solo due giorni a settimana. Si sblocca anche la situazione di stallo dei bar. “Ora possono fare asporto. I clienti vadano in loco, si prendano il panino o l’aperitivo e poi vadano a mangiare o a bere a casa. Ora i locali possono aprire le porte e ricevere i clienti”.

“Abbiamo voluto togliere tutte quelle restrizioni che potevano essere tolte con lucidità, con la volontà di dire che questo è frutto di un trend che dura ormai da due settimane e che alla luce dei nostri dati si possono attivare ancora dei allentamenti per quanto possibile e per quanto concesso dalla legge. Le aziende non le apriamo e le chiudiamo noi – puntualizza – . E questo vale anche per le scuole. I cittadini non devono leggere questa ordinanza che allarga ancora di più come ‘è finita, tutti in piazza a fare festa’. Non è così”.

Ecco le nuove norme: dal cibo di asporto alle cartolerie, dai cimiteri agli orti – È consentita la vendita di cibo da asporto, che sarà effettuata previa ordinazione online, garantendo ingressi dilazionati per i prodotti ordinati. Obbligatorio un metro tra avventori, con mascherine e guanti. Niente consumo sul posto. Tutto l’asporto e il take away funziona. “Vai in gelateria, ti prendi gelato e vai via”, ha detto Zaia.

Revoca della misura restrittiva per la vendita di abbigliamento per bimbi, librerie e cartolerie. Ora si può aprire sempre (prima due giorni). Apertura per opere pubbliche ammesse all’esecuzione dei lavori secondo le categorie, a prescindere dai codici Ateco. Quindi non ci saranno più codici i riferimenti ai codici, ma alle categorie. Ripartono, quindi, i lavori per strade, ponti, autostrade, viadotti, opere nel sottosuolo, dighe, opere marittime, fognature. È quindi consentita l’attività su patrimonio edilizio esistente (costruzioni, ristrutturazioni…). Autorizzata la coltivazione del terreno per uso agricolo per autoconsumo, anche in orti urbani e comunali, nel rispetto di distanziamento (di un metro) e delle norme igieniche. A prescindere da dove si trova l’orto. Non c’è limite comunale. Se l’orto è fuori comune, lo si può raggiungere. E anche consentita la vendita in fiorerie di prodotti florovivaistici. Sono consentiti i tagli boschivi anche per autoconsumo. È infine consentito l’accesso ai cimiteri nel rispetto dell’obbligo di distanziamento. Sono consentite prestazioni di servizio di carattere artigianale per imbarcazioni da diporto. “È gran parte del nostro turismo e dell’economia, l’andare in barca”.

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