Televisione

Giuliana De Sio racconta i giorni in ospedale per coronavirus: “All’inizio non avevo tosse né sintomi di polmonite. Poi è stato terribile. Ora sto benissimo”

L'attrice ha raccontato a Lorella Cuccarini durante La Vita in Diretta i suoi giorni in ospedale: "È stato il mio medico di base a volermi sottoporre a un tampone allo Spallanzani. Mi sono venuti a prendere questi uomini vestiti di banco, incappucciati: sembrava più un arresto che un ricovero. Ho cominciato ad andare nel panico..."

di Giulio Pasqui

Giuliana De Sio è guarita dal Covid-19. “Ho vissuto quei giorni nel terrore, con continui attacchi di panico. Mi ha aiutato soltanto la forza della mia testa, non c’era altro che potessi fare. Ho lottato contro il terrore. Non potevo vedere né parlare con nessuno. Per me, che soffro di claustrofobia, il pensiero di essere chiusa in una stanza è stato tremendo”, ha raccontato l’attrice a Lorella Cuccarini durante una puntata de “La Vita in Diretta”. Ora sta bene, riesce addirittura a seguire dei corsi di fitness. “Se ripenso a come stavo un mese fa, ora sto benissimo. Dalla malattia si può guarire, lo dico a quelli terrorizzati. Il numero dei guariti è infinitamente più alto di quelli che purtroppo ci hanno lasciato”, è stato il suo messaggio.

Tutto è iniziato a metà febbraio, durante una lunga torunée teatrale. Da nord a sud, Giuliana De Sio ha girato tutta Italia. “Avevamo sentito parlare di questa cosa che succedeva in Cina, ma sembrava una cosa molto lontana da noi”. A un certo punto l’attrice si è ammalata. Sembrava una semplice influenza da stress. “Due settimane dopo una tappa a Cremona ho cominciato ad avere la febbre a 39. Era una febbre molto strana, perché non ho mai avuto né un colpo di tosse, né un sintomo di polmonite. Credevo che fosse una febbre da fine tournée, ma nonostante tutto questa influenza continuava. Io continuavo a prendere la Tachipirina e andavo a fare gli spettacoli, seppur con grande fatica. Quelli sono stati dei giorni pericolosissimi per tutti. Ero una portatrice, senza saperlo. Sui giornali dicevano che i sintomi erano inequivocabilmente legati alla tosse secca e alla polmonite, ma io non avevo niente di tutto ciò”.

Quindi il ricovero, a sorpresa. “Arrivati a Messina, non me la sono sentita di salire sul palco: così ho chiesto alla produzione di fermarci e sono tornata a Roma, convinta di avere una semplice influenza. È stato il mio medico di base a volermi sottoporre a un tampone allo Spallanzani. Mi sono venuti a prendere questi uomini vestiti di banco, incappucciati: sembrava più un arresto che un ricovero. Ho cominciato ad andare nel panico. Lì mi hanno fatto il tampone, una tac e mi hanno diagnosticato una polmonite interstiziale acuta. Poi mi hanno dato l’esito del tampone: positivo. Ho iniziato ad avere delle difficoltà respiratorie serie, così mi hanno attaccata all’ossigeno. Sono stata isolata per 15 giorni, da sola. Quella è stata l’esperienza più brutta della mia vita. L’isolamento è stato ancor più brutto della malattia. Guardavo il soffitto, da sola. Una volta ho provato ad accendere il televisore ma si parlava solo di Coronavirus. Mi è venuta l’angoscia e ho spento. Non l’ho acceso mai più”.

Ora Giuliana De Sio chiede al governo di non dimenticare i lavoratori del settore dello spettacolo. “Tutti noi che facciamo questo lavoro siamo i più fortunati ma anche i più sfortunati. È una categoria di cui non frega niente a nessuno, perché siamo presumibilmente ricchi, presumibilmente privilegiati. In realtà si parla di persone che anche in tempi normali faticano a trovare il lavoro e stanno fermi anche un anno e mezzo prima di trovare una particina. È una vita dura, anche per chi ha successo. Non voglio dire banalità, ma in questi mesi di isolamentoi tutti siamo stati allietati dalla gente di spettacolo. Dai film che abbiamo visto, dalla musica che abbiamo ascoltato, dalle fiction in televisione. Ora è tutto fermo. Spero che i signori della politica decidano di dedicare dell’attenzione a noi persone dello spettacolo in un momento così difficile per tutti. Noi nelle fase due, tre o quattro, saremo quelli che cercheranno di tirare su il morale agli italiani depressi”.

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