Stava dicendo messa davanti a una quindicina di fedeli quando i carabinieri sono entrati in chiesa, invitando il sacerdote a sospendere la funzione. È quanto successo a Gallignano, frazione di Soncino in provincia di Cremona. Il motivo? Le norme anti-Covid che vietano assembramenti e funzioni religiose. Nonostante l’irruzione, però, il parroco don Lino Viola è andato avanti per la sua strada. A nulla è servito l’avvertimento dei militari, a fini persuasivi, di voler chiamare il sindaco affinché parlasse con il prete per far cessare la funzione religiosa. Il risultato: una multa di 680 euro al parroco e di 280 euro a ciascun fedele. “Don Lino ha detto che l’avevo autorizzato io, ma non è vero – afferma il primo cittadino soncinese Gabriele Gallina -. Sarebbe stato sufficiente che avesse fatto uscire i fedeli e la celebrazione sarebbe potuta continuare”. Comunque ora, fa sapere il sindaco, con il parroco è stato tutto chiarito. “Inizialmente c’erano sette persone, poi se ne sono aggiunte altre sei. Tredici in tutto. Non mi sembrava corretto cacciarle via – si è giustificato invece don Lino – E comunque andrò da un legale per sapere se questi carabinieri potevano entrare in chiesa. Verificherò se hanno commesso vilipendio o abuso di ufficio”. “Pur consapevole dell’intima sofferenza e del profondo disagio di tanti presbiteri e fedeli per la forzata e prolungata privazione dell’Eucaristia – fa sapere la diocesi di Cremona con una nota – non si può non sottolineare con dispiacere che il comportamento del parroco è in contraddizione con le norme civili e le indicazioni canoniche che ormai da diverse settimane condizionano la vita liturgica e sacramentale della nostra Chiesa cremonese”.

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