Quello che è successo e che ancora sta accadendo nelle residenze per anziani è “un massacro“. L’atto d’accusa arriva da Ranieri Guerra, consulente del ministro della Salute, che però in conferenza stampa al fianco di Angelo Borrelli parla da direttore generale aggiunto dell’Oms e chiede conto proprio al governo di “cosa è successo e come mai”. “Dev’essere un’occasione da non disperdere per ripensare ad assistenza e cura”, ha ammonito l’esponente dell’Organizzazione mondiale della sanità, perché “ci sono standard di prevenzione che devono essere molto più cogenti“. La prima risposta arriva dal viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, che propone il metodo del budget di salute: “In questo momento è necessario riflettere su queste Istituzioni potenziando anche modelli altri, che già operano per legge, e sono risultati essere estremamente efficaci“, scrive su Fb l’esponente M5s.

Un “massacro”, lo definisce Guerra, quello che “abbiamo visto” nelle le residenze sanitarie assistenziali (Rsa), di cui il Pio Albergo Trivulzio di Milano è solo il caso più eclatante. Da inizio dell’epidemia sono 15 le strutture per anziani chiuse dai carabinieri del Nas. C’è poi l’inchiesta in corso in Lombardia, che si concentra anche su altre residenze assistenziali e sulle direttive che l’amministrazione regionale e l’assessorato al Welfare, guidato da Giulio Gallera, hanno dato alle strutture.

Dati specifici, a differenza ad esempio della Francia, non ce ne sono. Ma gli ultimi, arrivati dal Piemonte, parlano di almeno 248 vittime per Covid nelle Rsa, dove il 30% degli ospiti è positivo. “Il tema dei decessi per coronavirus nelle Rsa è venuto a evidenza da qualche tempo, l’Istituto superiore di sanità (Iss) sta facendo un’indagine approfondita sulle condizioni dei pazienti e sulle cause di morte, attendiamo gli esiti”, ha aggiunto il capo della Protezione civile, Borrelli. “Come dipartimento siamo intervenuti in supporto alle sanità regionali, stiamo inviando infermieri e medici a supporto delle regioni”, ha aggiunto.

I toni più forti però li usa sempre Guerra. “Il tema delle strutture extra ospedaliere è fondamentale, servono un ripensamento e una revisione per un adeguamento progressivo non solo degli standard di cura ma anche dei percorsi di presa in carico”, ha spiegato. Sottolineando la necessità di “un forte e duraturo rafforzamento del reparto territoriale della sanità”. “Bisogna pensare che un dipartimento di prevenzione e una rete di strutture capace di erogare vaccinazioni in maniera capillare e di tracciare contatti subito e portare diagnostica a domicilio” è indispensabile in una fase di riapertura.

Il discorso del direttore aggiunto dell’Oms si allarga poi al Sistema sanitario italiano, di cui pure Guerra sottolinea “le eccellenze” e la tenuta di fronte allo tsunami Covid 19. “Ci sono standard di prevenzione che devono essere molto più cogenti”, dice, si deve procedere in fretta ad un “rafforzamento forte e duraturo di tutto l’impianto territoriale”, specie in vista della fase 2. E proprio la prevenzione ha pagato di più i tagli. “Vi siete focalizzati sulla mancanza di posti letto – ha detto – ma il punto cruciale è che la capacità preventiva del paese è andata diminuendo”. “Bisogna pensare che un dipartimento di prevenzione e una rete di strutture capaci di erogare vaccinazioni in maniera capillare sono il presidio fondamentale” anche per le riaperture post crisi. Un ultimo dato sorprende: l’Italia è il paese europeo con “il tasso minore di vaccinati” contro l’influenza “tra gli operatori sanitari“. “Un malcostume – lo ha definito Guerra – che va emendato e corretto”.

Il modello del budget di salute – “È il momento di avere idee nuove per affrontare scenari nuovi. Abbiamo bisogno di nuovi modelli territoriali di assistenza socio sanitaria che siano legate al Servizio Sanitario Nazionale”, risponde Sileri. Il mondo delle residenze sanitarie assistenziali “è venuto, tristemente, alla ribalta”, sottolinea il viceministro. La soluzione proposta è appunto il budget di salute, “un modello di riconversione della spesa Sanitaria ordinaria, che crea percorsi di capacitazione e di restituzione della dignità di vita delle persone fragili – prosegue l’esponente M5s – Lavora sul rafforzamento dei determinanti della Salute individuati dall’Oms, privilegiando una dimensione di residenzialità a carattere familiare all’interno di contesti comunitari. Micro strutture che sono inserite nei territori, che non isolano i fragili ma li rendono partecipi della società civile”. Il budget di salute non è quindi “semplicemente un’alternativa ma una rivoluzione del pensiero, che pone al centro le persone fragili che non sono numeri di bilancio, non sono rette da pagare o peggio costi, ma sono persone, sono i nostri anziani, sono i più fragili. Nella cura e l’assistenza delle persone fragili, costruiamo una società forte“. Il modello “è nato nei territori della provincia di Caserta” e poco più di un anno fa è stato depositato un progetto di legge alla Camera.

La riapertura in Lombardia: “Sia cauta” – Guerra ha parlato anche della cosiddetta fase due in Lombardia, dopo che il governatore Attilio Fontana ha annunciato di voler chiedere la riapertura di tutte fabbriche dal 4 maggio, snobbando Roma e la task force guidata da Vittorio Colao. Guerra ha avvertito in primis che “la valutazione del rischio è la procedura essenziale per capire cosa può riaprire e in base a quali requisiti”. Quindi il direttore aggiunto dell’Oms ha concluso con un commento sui dati ancora pesanti del contagio proprio in Lombardia e a Milano: alla popolazione “un po’ più di disciplina va richiesta, soprattutto adesso che siamo in una fase cruciale“.

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