“Serve un piano straordinario per la reumatologia italiana, calano i farmaci per i malati no-Covid-19″. Lo ha dichiarato l’Associazione nazionale malati reumatici (Anmar Onlus) che richiede di garantire continuità terapeutica per i 5 milioni di pazienti reumatologici ai tempi delle misure di contenimento del contagio da coronavirus. Alcuni farmaci destinati per i loro trattamenti, infatti, vengono usati nelle cure per Covid.

“Da tutta Italia stiamo ricevendo segnalazioni di carenze di alcuni farmaci antimalarici e antiinfiammatori che sono entrati nei protocolli per il trattamento di polmonite da Covid-19 – ha affermato Silvia Tonolo, presidente Anmar – Senza l’assunzione di questi medicinali si rischiano riattivazioni di malattie gravi tra cui artrite reumatoide, spondilite anchilosante o Lupus eritematoso sistemico”. E questo sta già avvenendo, “soprattutto nelle Regioni più colpite dalla pandemia come Lombardia o Veneto. Molti pazienti si ritrovano quindi, senza le loro abituali cure, in precarie condizioni di salute e costretti ad assumere antidolorifici”, ha sottolineato Tonolo.

La carenza di alcuni farmaci non risulta però essere solo un problema italiano, anzi ad esserne colpite sono anche altre nazioni europee. “Si tratta di terapie per le quali, tuttavia, non è ancora stata dimostrata scientificamente una reale efficacia contro il Covid-19 – ha aggiunto Annamaria Iagnocco, presidente eletto dell’European League Against Rheumatism Eular – Ci vorranno diversi mesi prima che sia possibile produrre evidenze scientifiche le quali potranno consentire l’uso di diversi trattamenti nella pratica clinica”.

“L’emergenza coronavirus è destinata a durare ancora a lungo, forse fino a estate inoltrata – ha aggiunto Mauro Galeazzi, past president Sir – Vanno trovate nuove soluzioni per salvaguardare la salute e il benessere di uomini e donne colpiti da patologie che possono anche essere fatali“. Sono diversi però i reparti di reumatologia, del nostro Paese, che non sono più attivi “perché attualmente destinati alla medicina interna o alla terapia intensiva – ha sottolineato Galeazzi – In queste settimane siamo costretti a rinviare esami, visite e somministrazione di farmaci a causa delle grosse difficoltà in cui si trovano molte strutture sanitarie. Inoltre alcuni malati intimoriti non si recano in ospedale anche quando potrebbero farlo”.

“Al momento non ci sono evidenze scientifiche che dimostrino un maggiore rischio di infezione da Coronovirus in caso di una malattia reumatologica – ha concluso Daniela Grembiale, docente di reumatologia dell’Università Magna Graecia di Catanzaro – Invitiamo quindi tutti i pazienti a seguire le indicazioni dei medici e non sottrarsi alle cure per paura di possibili contagi”.

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