Una “tassa di scopo” sui grandi capitali, oppure un fondo di solidarietà nazionale a cui far compartecipare le categorie meno colpite, o i giganti dell’e-commerce, così da allargare la platea di chi percepisce il Reddito di cittadinanza, arrivando a un Reddito universale per far fronte all’emergenza coronavirus. È uno dei tre punti dell’appello lanciato da esponenti di diverse sigle della sinistra italiana, eletti sia in Parlamento che nei Consigli regionali. Tre priorità per un “rinnovamento radicale” con al centro, oltre alla misura già proposta dal garante del Movimento 5 stelle, Beppe Grillo, anche la partecipazione democratica attraverso le nuove tecnologie di comunicazione e l’ampliamento del bilancio dell’Unione europea anche attraverso Eurobond.

Il messaggio è stato sottoscritto da diversi volti della politica, tra cui l’ex ministro Lorenzo Fioramonti, Nicola Fratoianni, Loredana De Petris, Peppe De Cristofaro, Elena Fattori, Paola Nunes, Francesco Laforgia, Rossella Muroni, Erasmo Palazzotto, Luca Pastorino, Massimiliano Smeriglio, Massimo Zedda e Elly Schlein. “Proprio perché ci aspettano sfide epocali, intendiamo proporre tre priorità per un rinnovamento radicale”, scrivono, partendo proprio dalla partecipazione democratica e dal confronto, “pratiche da valorizzare anche durante lo stato di eccezione, a partire dal massimo coinvolgimento delle assemblee elettive e delle autonomie locali, dei sindaci, degli amministratori”. Chi è dentro e chi è fuori dalle istituzioni deve essere in relazione, specifica l’appello, solo così si dà “densità alla nostra democrazia”. Uno scopo raggiungibile, in questo periodo di distanziamento sociale obbligatorio, “anche utilizzando nuove tecnologie della comunicazione”.

Il secondo punto dell’appello si rivolge invece all’Unione europea, che deve “agire con coraggio”, non solo istituendo un nuovo “Patto di sostenibilità e benessere”, ma finanziandosi, se necessario, anche tramite gli Eurobond. Ma la misura più urgente chiesta dai politici della sinistra è quella di un “Reddito universale”, capace, scrivono “di arrivare immediatamente nelle case di chi ha più bisogno, evitando il rischio che sia la criminalità a farlo”. Un’idea simile a quella del “reddito di emergenza”, già circolata tra le voci della maggioranza, fatta eccezione per i renziani, e già proposta anche dal Movimento 5 stelle. Il reddito, specificano, potrà essere sostenuto economicamente “con un fondo di solidarietà nazionale a cui far compartecipare le categorie meno colpite, le imprese partecipate, i giganti dell’e-commerce, i dirigenti pubblici, i consiglieri regionali, i parlamentari nazionali ed europei”, oppure “con una tassa di scopo sui grandi capitali“.

E proprio la tassa sui patrimoni è l’ipotesi messa in campo la scorsa settimana dallo stesso fondatore del Movimento, Beppe Grillo che, rispolverando un cavallo di battaglia, ha proposto un reddito universale, e cioè funzionate per diritto di nascita, da finanziare con la “tassazione delle grandi fortune, dei grandi colossi digitali e tecnologici (Mark Zuckerberg, Bill Gates e Elon Musk sono sempre stati a favore del reddito universale), magari quelle a più alto tasso di automazione”, oppure rivedendo “le imposte sui redditi da capitale e sulla proprietà intellettuale”, o ancora con le cosiddette “ecotasse”, come quelle sui combustibili fossili o su carbone petrolio e gas.

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