È stato smentito solo due giorni fa dagli scienziati, che lo hanno invitato a “non dare false illusioni” agli italiani. Ma Matteo Renzi insiste. Secondo l’ex premier e attuale leader di Italia viva infatti, è necessario che le misure restrittive per evitare i contagi da coronavirus siano tolte il prima possibile. non solo. Decide anche tempi e modi della ripresa per fasce d’età: “La riapertura e l’uscita dalle case deve avvenire nei giorni successivi alla Pasqua, magari il 14 aprile che è il martedì successivo alla Pasquetta. Le persone con più di 70 anni dovranno uscire due settimane più tardi”. Una opinione confutata da tutte le voci più autorevoli di chi sta gestendo l’emergenza, dai vertici della Protezione civile e dall’Istituto superiore della sanità, ma anche dal virologo storicamente molto vicino al senatore come Roberto Burioni.

Insomma, l’ex premier insiste ad andare nella direzione opposta del governo. Proprio nel giorno in cui il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, ha ribadito che grazie alle misure restrittive il tasso di crescita dei nuovi contagi è in calo. “La curva ci mostra che stiamo arrivando al picco. Questo significa che le misure stanno funzionando ma non dobbiamo illuderci che il rallentamento della diffusione ci faccia rallentare le misure di distanziamento sociale”, ha spiegato.

Renzi invece ha deciso di mettere per iscritto 10 proposte per ripartire. “Non possiamo restare chiusi in casa per anni”, è l’attacco della sua enews, “ma dobbiamo trovare un modo per uscire in sicurezza e lavorare rispettando le regole”. Ma non solo, dice, “per farlo bene, bisogna evitare gli errori fatti durante l’emergenza sanitaria”. Ritornando quindi sulla polemica che aveva già sollevata nei giorni scorsi, nella quale se la prendeva con il suo stesso governo per come aveva gestito la crisi. “Bisogna organizzarsi e prevedere, non solo rincorrere”, dice. “Ecco perché avanzo dieci idee concrete sul come ripartire. Perché per me la politica è proposta coraggiosa, non sondaggismo esasperato. Mi critichino pure, ma almeno si confrontino sulle idee!”.

Le dieci proposte di Renzi partono dal far ripartire le aziende “che hanno mascherine, protezioni e rispettano le distanze sociali”, anche “prima di Pasqua se sono pronte”. Il liberi tutti è previsto dal leader di Italia Viva proprio subito dopo Pasqua: “La riapertura e l’uscita dalle case deve avvenire nei giorni successivi alla Pasqua, magari il 14 aprile che è il martedì successivo alla Pasquetta. I bambini devono avere un’ora d’aria da subito. Le persone con più di 70 anni dovranno uscire due settimane più tardi”. Al bando, con un post del senatore di Rignano, quindi, tutte le misure restrittive, quelle che, secondo un report realizzato da un team dell’Imperial College di Londra, hanno permesso solo ad oggi di evitare dai 21mila ai 120mila morti.

La ricetta renziana prevede poi l’apertura delle scuole a maggio, “almeno per le classi di terza media e quinta superiore”. Ma “deve essere garantito lo screening di tutti gli studenti e di tutti i professori”. “Servono screening di massa, subito”, scrive infatti Renzi, in questo caso nella veste di virologo-epidemiologo. Aggiungendo che “chi ha già gli anticorpi dovrebbe poter circolare liberamente“. Proprio oggi, sempre Brusaferro ha spiegato che per fare indagini ampie di questo tipo sulla popolazione “servono test più rapidi per la ricerca degli anticorpi”. Dunque, ha annunciato, “stiamo pensando di fare questo tipo di indagine e stiamo mettendo a punto le tecnologie per poterlo fare”. Insomma, non proprio una cosa immediata e “di massa”.

Renzi propone ancora di aumentare a 12mila i posti letto di terapia intensiva: “Se arriviamo a quota 12.000 siamo probabilmente in grado di contenere la seconda ondata del contagio”, scrive. Tesi, quest’ultima, non proprio argomentata. Poi l’epidemiologo diventa economista: “Le Banche devono dare subito una cifra tra il 20 e il 25% del fatturato dello scorso anno e questa cifra va restituita senza interessi, in 100 rate mensili, a partire dal 2022″. Ancora, “lo Stato deve passare un miliardo di euro ai comuni per rimettere in ordine le strade e un miliardo di euro agli enti locali per rimettere in ordine le scuole”. Quindi gli operai a lavorare nei cantieri, dove però “deve essere garantita la piena sicurezza dei lavoratori”.

Infine, spazio per i remake. Renzi rilancia un “Piano Shock da 120 miliardi di euro” e per superare la burocrazia indica come modello il caso di Milano, dove “coordinati da Guido Bertolaso, hanno fatto un ospedale in 10 giorni”. “Occorre da subito non solo l’estensione della cassa integrazione ma anche il rinvio di mutui e tasse da farsi automaticamente, senza la necessità di portare moduli su moduli in banca”. Il decimo e ultimo punto riguarda il Parlamento che “deve essere perfettamente operativo”, con “un impegno esplicito per fare una commissione di inchiesta su ciò che non ha funzionato” durante la crisi.

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