“Cari parlamentari, tagliamoci lo stipendio” e “tutti, non soltanto il Movimento 5 stelle“. Il capo politico M5s Vito Crimi ha pubblicato un appello sulla sua pagina Facebook perché, di fronte alla crisi economica e sanitaria, deputati e senatori si decurtino i salari. Un’iniziativa alla quale, dice, potrebbero aderire anche i consiglieri regionali. Il messaggio è stato rilanciato poco dopo dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “Tutti stanno facendo sacrifici enormi”, ha scritto su Twitter. “E deve valere anche per la politica: deputati e senatori si dimezzino gli stipendi. Il Movimento 5 Stelle ha già donato 3 milioni di euro per l’emergenza. Il buon esempio vale più di un quintale di parole”. Proprio i grillini hanno deciso di destinare la cifre accantonate finora dal taglio delle loro indennità alla Protezione civile. Al momento in Europa gli unici ad aver fatto una cosa simile sono i greci, dove il premier Kyriakos Mitsotakis ha chiesto ai ministri e ai deputati del suo partito di centrodestra Nuova democrazia di donare il 50% dei loro salari nei prossimi due mesi per la lotta contro la diffusione del nuovo coronavirus.

Sul fronte italiano la proposta di Crimi è che il taglio valga per tutta la legislatura: “Non una sola mensilità, sarebbe troppo comodo. Intendiamo tutti gli stipendi da qui alla fine della legislatura”, ha continuando calcolando la possibilità di ottenere così 60 milioni di euro al mese. Chi si taglia già lo stipendio in Parlamento sono i parlamentari 5 stelle che come da statuto firmato prima dell’elezione si decurtano l’indennità e hanno già accantonato 110 milioni di euro. “Nei prossimi giorni valuteremo nuove e importanti misure straordinarie di sostegno al reddito, come un reddito di emergenza“, ha detto in riferimento alla proposta di studiare ulteriori misure per far fronte alla crisi economica. “Oggi tanti parlamentari dichiarano che questi soldi sono pochi, altri che così si aumenta il debito pubblico. Eppure tutti dicono di voler fare la propria parte. Ebbene, cosa aspettiamo a farla? Per una volta, diamo tutti insieme un segnale forte ai cittadini”.

Per rendere possibile il contributo dei parlamentari alla causa della lotta al coronavirus, secondo Crimi “è sufficiente una delibera degli Uffici di Presidenza che riduca le indennità lorde, per consentire alla Camera e al Senato di trattenere metà di tutte le nostre indennità. Questi risparmi potranno quindi essere destinati a finalità di sostegno all’emergenza e alla post emergenza, che verranno decise dalle stesse Camere. Si tratta, tra l’altro, di un’iniziativa già promossa alla Camera dei Deputati con la riduzione dei costi di bilancio: grazie ai risparmi ricavati da quei tagli, ogni anno la Camera destina 100 milioni di euro alle zone terremotate”. Il dimezzamento degli stipendi dei parlamentari, ha detto ancora Crimi, consentirebbe alle Camere di recuperare circa 5.000 euro di risparmio al mese per ogni parlamentare, per un totale di circa 60 milioni di euro. A cui si potrebbero aggiungere anche i consiglieri regionali: “Se ogni Consiglio Regionale d’Italia approvasse una delibera per dimezzare gli stipendi di tutti i consiglieri regionali, potremmo recuperare una somma considerevole da destinare ai cittadini”.

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