Regno Unito in lockdown per tre settimane. Visto l’aggravarsi della situazione nel Paese, il numero di contagi che continua a crescere e quello dei morti che ha raggiunto quota 335, il primo ministro Boris Johnson ha deciso di adottare una strategia all’italiana: negozi chiusi e popolazione costretta in casa. Dalla serata di lunedì, ha annunciato il premier in un discorso alla nazione, stop a tutti gli esercizi commerciali non essenziali, mentre sono vietate riunioni in pubblico di più di due persone, con multe ai trasgressori. Parchi aperti in parte, luoghi di preghiera chiusi, si potrà uscire soltanto per lavoro, la spesa, portare a spasso il cane, fare esercizio o per assistenza.

La stretta, attesa da alcuni giorni, prevede che rimangano aperte le farmacie, i minimarket, i supermercati e gli alimentari in genere, le stazioni di servizio, i negozi di ferramenta e affini, quelli per i prodotti per gli animali domestici, i sanitari, gli uffici postali, le banche e le edicole. Chiuse invece le biblioteche.

Quanto ai parchi, rimarranno aperti per fare esercizio, ma non sarà possibile andarci in gruppo e bisognerà osservare la distanza minima di due metri da qualunque altra persona. Le aree gioco e altri settori di ritrovo collettivo al loro interno verranno chiuse. Sospesi inoltre tutti gli eventi sociali, inclusi battesimi e matrimoni, ma esclusi i funerali.

Il tono di Johnson è stato serio e ultimativo. Il premier ha spiegato che la minaccia “silenziosa” del coronavirus sta crescendo nel Regno come altrove nel mondo e che “nessun servizio sanitario” potrebbe far fronte a un picco di contagi concentrato. Ha ringraziato “i molti” che si sono adeguati alle raccomandazioni restrittive dei giorni scorsi, ma ha aggiunto che ora “occorre fare di più” per permettere ai medici di “salvare migliaia di vite umane”. L’indicazione è categorica: “Dovete stare a casa”.

Non si arresta intanto l’ondata di contagi negli Stati Uniti e in Europa, costretti a misure drastiche e serrate generali per contenere l’epidemia. Solo nel Vecchio Continente, secondo un calcolo dell’Afp, sono morte 10mila persone, mentre la Johns Hopkins University comunica che sono oltre 1 miliardo le persone costrette nelle proprie abitazioni in 50 Paesi diversi. A crescere molto rapidamente sono i numeri della Spagna, che al momento registra 33.089 casi, dei quali 2.355 in terapia intensiva. I morti sono 2.182, con un incremento di 462 vittime nelle ultime 24 ore. Il governo ora procede con tamponi a tappeto per intercettare anche gli asintomatici. I test andranno per primi al personale sanitario e alle case di cura. E dalla Moncloa fanno sapere che la vicepremier Carmen Calvo, 62 anni, è stata ricoverata nella Clinica Ruber nella capitale per una infezione respiratoria: si attendono i risultati delle analisi per verificare un eventuale contagio da coronavirus.

Accelera sui tamponi anche la Turchia che ha acquistato dalla Cina uno stock di 2 milioni di kit per la diagnosi rapida, mentre la Germania è ottimista: dal Robert Koch institut fanno sapere che “la crescita esponenziale sembra calare” e la cancelliera Angela Merkel è risultata negativa al test, al quale si era sottoposta dopo essere stata in contatto con un medico poi risultato positivo.

Brutte notizie dalla Francia, dove i casi accertati sono aumentati di 3.838 nelle ultime 24 ore, mentre i morti sono 186 in più. Il totale è ora di 19.856 contagi e 860 decessi. Il Belgio ha notificato alla Commissione europea la decisione di ristabilire controlli temporanei alle proprie frontiere interne e sale così a 14 (su 26) il numero di Paesi dell’area Schengen ad aver chiuso le proprie frontiere interne. Il Belgio si aggiunge a Finlandia, Austria, Ungheria, Repubblica ceca, Danimarca, Polonia, Lituania, Germania, Estonia, Norvegia, Svizzera, Spagna e Portogallo.

Negli Usa, terzo Paese al mondo per numero di contagi, c’è il primo senatore positivo: è il repubblicano Rand Paul. I casi nel Paese hanno superato quota 42mila, con 520 morti: per la prima volta più di 100 in 24 ore. Nove gli Stati che hanno ordinato lo ‘stay home’, per un totale di circa 100 milioni di abitanti, quasi un americano su tre.

Intanto il Canada è il primo Paese ad annunciare che non invierà i suoi atleti ai Giochi olimpici di Tokyo se non verranno posticipati di un anno, la Nuova Zelanda proclama un mese di lockdown e Hong Kong vieta l’ingresso in città ai non residenti dal 25 marzo per almeno due settimane. Il Brasile invece avverte che la curva dei contagi sta crescendo rapidamente e che registra lo stesso andamento di quella che l’Italia aveva alcune settimane fa.

La Cina prosegue senza sorprese la sua curva discendente con zero nuovi casi interni di coronavirus, ma registra altre 39 infezioni importate. Nei suoi aggiornamenti, la Commissione sanitaria nazionale (Nhc) rileva nove decessi domenica, tutti a Wuhan, focolaio dell’epidemia. A due mesi dalla quarantena di 60 milioni di persone, la provincia dell’Hubei e il suo capoluogo non hanno segnalato nuove infezioni in cinque giorni di fila. La Cina ha visto le infezioni salire a 81.093, di cui 5.120 ancora sotto trattamento; 3.270 i decessi e 72.703 i dimessi dagli ospedali, pari a un tasso di guarigione salito all’89,6%. I casi di coronavirus nel mondo si avvicinano oggi a quota 340mila, i decessi sono già oltre 14.700. I guariti sfiorano quota 99.000 e i contagiati sono 339.259.

Germania – L’istituto Robert Koch ha reso noto che i contagi nel Paese sono saliti a 22.672, con un aumento di 4.062 unità rispetto al giorno precedente, e che i morti sono 86. L’età media dei malati è di 45 anni.

Belgio – 88 vittime. Tredici nuovi decessi sono stati registrati nelle ultime 24 ore, a cui si aggiungono 342 nuovi contagi. Il numero totale dei test positivi nel Paese sale così a 3.743, ma si tratta di una “sottostima, visto che testiamo solo le persone che presentano sintomi gravi”, sottolineano i portavoce del centro di crisi federale.

Austria – Richiamati tremila ex soldati di leva che saranno impegnati nell’emergenza. Si tratta circa del 10% della milizia austriaca. Il land Tirolo ha presentato un esposto alla procura di Innsbruck per presunti ritardi nella gestione dell’emergenza coronavirus nella località sciistica Ischgl. Già a fine febbraio – scrive l’agenzia Apa – il Comune sarebbe stato a conoscenza di un caso di positività, il datore di lavoro non avrebbe però informato l’autorità sanitaria e avrebbe semplicemente mandato a casa la dipendente.

Olanda – Nelle ultime 24 ore sono morte 34 persone, mentre 545 sono risultate positive. 1.230 i ricoverati in ospedale. L’età dei morti è compresa tra 55 e 97 anni, mentre l’età media al momento della morte è di 82 anni.

Usa – Le aree più colpite sono quelle di New York, con 114 morti e 16.887, e lo stato di Washington, con 95 vittime e 2.025 casi. Ma sono almeno sette gli Stati in cui sono più di mille le persone che si sono ammalate a causa della Covid-19 e comprendono anche New Jersey, California, Illinois, Michigan e Florida. Il sindaco di New York De Blasio chiede aiuti federali e lancia l’allarme: “Nei nostri ospedali pubblici, i nostri 11 ospedali pubblici, possiamo garantire di andare avanti questa settimana con gli equipaggiamenti e forniture che abbiamo, questa è schietta verità”, ha detto ancora il democratico. Trump intanto ha approvato la richiesta di dichiarazione di calamità in California, come aveva già fatto per gli stati di New York e di Washington, tutti duramente colpiti dalla pandemia.

Corea del Sud – Sono scesi a 64 i nuovi casi di coronavirus registrati domenica in Corea del Sud, contro i 98 di sabato, portando il totale a 8.961: è il dato più basso da metà febbraio, ha riferito il Korea Centers for Disease Control and Prevention.

Iran – Altre 127 persone contagiate dal coronavirus sono decedute nelle ultime 24 ore in Iran, portando il totale delle vittime a 1.812. I casi confermati di Covid-19 salgono a 23.049, con 1.411 nuovi contagi in un giorno. I guariti aumentano a 8.376.

Israele – Sono saliti oggi a 1.442 gli israeliani positivi al coronavirus. Lo ha reso noto il ministero della sanità secondo cui 29 di essi si trovano in condizioni gravi.

Hong Kong – Vietato l’ingresso nella città a tutti i non residenti dalla mezzanotte del 25 marzo per tutti quelli che “arrivano con voli dall’estero”, ha detto la governatrice Carrie Lam precisando che la misura sarà in vigore per almeno due settimane. Secondo l’ultimo bollettino della Johns Hopkins University i casi di contagio a Hong Kong sono 317, i morti 4 e le persone guarite 10.

Giappone – Cinque persone sono morte ieri. La Cnn sottolinea che si tratta del bilancio più grave per il Paese dall’inizio dell’emergenza. In totale, hanno confermato le autorità sanitarie, sono 49 le persone decedute in Giappone con Covid-19, compresi otto passeggeri della nave da crociera Diamond Princess che era stata lasciata in quarantena nel porto di Yokohama. Sempre ieri nel Paese si sono registrati 42 nuovi casi di coronavirus e, segnala ancora la Cnn, il dato complessivo è così salito a 1.801 casi di infezione.

Brasile – Secondo uno studio dell’Osservatorio Covid-19 BR, di cui fanno parte sette università, che analizza le statistiche della pandemia nel Paese, il tasso di diffusione del nuovo coronavirus in Brasile sta accelerando, già domani il numero dei casi potrebbe superare quota 3mila rispetto agli oltre 1.600 odierni e la tendenza è che raddoppi ogni 54 ore e 43 minuti. Il ritmo della diffusione del virus nel Paese è attualmente uguale a quello registrato alcune settimane fa in Italia, hanno commentato gli esperti dell’Osservatorio. Un residente di Cidade de Deus è risultato positivo: secondo il sito ufficiale del Comune, questo è il primo caso confermato della malattia in una baraccopoli.

Russia – Il numero di persone che ha contratto il coronavirus è cresciuto fino a 438 nell’ultimo giorno. “In Russia la situazione non è così grave come in altri paesi, soprattutto in Europa. Nell’ultimo giorno sono stati registrati 71 casi e 17 persone si sono riprese: un totale di 438 persone sono state contagiate”, ha detto il primo ministro russo Mikhail Mishustin in un incontro con i vice primi ministri.

Ucraina – In Ucraina nelle ultime 24 ore si sono registrati 26 nuovi casi di coronavirus portando il totale a 73 (+55,3%). “Le informazioni a disposizione del Centro di Salute pubblica – fa sapere il centro nazionale di Salute pubblica – indicano che, alle 22.30 del 22 marzo, l’Ucraina ha 73 casi di Covid-19 confermati dai test di laboratorio, inclusi tre decessi e un paziente che è guarito ed è stato dimesso dall’ospedale. Ventisei nuovi casi sono stati rivelati nelle ultime 24 ore”.

Nuova Zelanda – Il Paese entrerà in lockdown da mercoledì notte per contenere l’epidemia. Lo ha annunciato in un discorso alla nazione la premier Jacinda Ardern, dopo che il numero di contagi nel paese ha superato i 100, 36 nelle ultime 24 ore. Per i prossimi due giorni scuole, aziende e servizi dovranno attrezzarsi per chiudere. Tutti dovranno restare a casa e resteranno attivi solo i servizi essenziali. Il blocco durerà un mese e, se la tendenza dei contagi rallentasse, potrebbe in seguito essere parzialmente attenuato in aree specifiche. “Dico a tutti i neozelandesi: il governo farà tutto il possibile per proteggervi. Ora vi sto chiedendo di fare tutto il possibile per proteggere tutti noi. Kiwi: andate a casa”, ha detto la premier: “Al momento abbiamo 102 casi, ma anche l’Italia aveva questo numero una volta, ora il virus ha travolto il loro sistema sanitario e centinaia di persone muoiono ogni giorno”, ha avvertito.

Africa – Prima vittima in Nigeria. In tutto sono 1.463 i casi di contagio in 43 paesi. I dati sono stati diffusi su Twitter dal Centro di controllo delle malattie dell’Unione Africana (Cdc Africa).

Macedonia del Nord – Secondo decesso. Come ha reso noto il ministero della sanità, si tratta di un uomo di 63 anni di Debar (ovest), morto in un ospedale della capitale Skopje. Nei giorni scorsi per il Covid-19 era deceduta una donna di 57 anni. Nelle ultime ore nel Paese balcanico sono stati confermati altri 22 casi di coronavirus, con il totale dei contagi salito a 136.

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