Un giallo in cui è troppo facile trovare il colpevole. Sono due, anzi, gli assassini. Una coppia micidiale che ha fatto fuori l’economia, le borse, gli investimenti e risparmi di centinaia di milioni di persone in un solo giorno: Christine Lagarde e Donald Trump. Lasciamo a dopo l’inquilino della Casa Bianca. Vediamo prima la Lagarde. Potrebbe aver agito per colpa o dolo, fatto sta che al suo esordio al primo show come numero uno della Banca Centrale Europa, ha provocato una catastrofe. Poche parole, e la reazione della Borsa di Milano è stata isterica, perdita -17%, 80 miliardi in meno di capitalizzazione, un crollo senza precedenti, storico. E sull’altra sponda dell’oceano a New York il Dow Jones con -10% ha segnato un crollo di dimensioni tali che bisogna risalire al crash dell’ottobre 1987, per ritrovare lo stesso senso di capitolazione.

Parliamo di colpa, per ignoranza, o dolo? Possibile che il disegno sia veramente fiaccare l’Italia e prenderci le nostre quote di mercato di export, la parte sana del paese, mentre la penisola è chiusa per il Coronavirus? Dal mio punto di vista è verosimile. Ma sarebbe piuttosto il ‘cupio dissolvi’ masochista di chi non valuta che il tracollo di Roma farebbe saltare l’euro e l’Europa.

La Lagarde, che parla ai membri di un club ristretto di potere ma a nessuno dei 500 milioni di cittadini europei, all’Eurotower non ha fatto cose che avrebbe dovuto fare e ha detto cose che non avrebbe dovuto dire. Primo, la Bce non ha annunciato quel taglio drastico dei tassi di 0,50%, deciso nei giorni scorsi quasi in tandem da Federal Reserve e Bank of England per fronteggiare l’epocale crisi economica, di salute e di liquidità scatenata dal Coronavirus. Poi, lo sappiamo ormai tutti, Lagarde ha detto – la correzione di tiro in una successiva intervista alla Cnbc è arrivata a fatica e tardivamente – “non siamo qui per tagliare lo spread” (tradotto: l’Italia si arrangi da sola con i suoi problemi, la Bce non l’aiuterà).

Frase specularmente inversa – un universo parallelo – a quella pronunciata dal suo predecessore, il banchiere (lui sì: ex Goldman Sachs) osannato dalle destre che lo vogliono a Palazzo Chigi come commissario d’Italia nel momento dell’emergenza nazionale. Il Draghi del “whatever it takes” che salvò l’euro nel luglio 2012, e che consacrò la Bce come unica istituzione in grado di tenere in piedi un’Europa sempre sul punto di sfracellarsi. Stavolta ci siamo quasi, i deprecati mercati finanziari votano subito, in tempo reale, ho capito immediatamente cosa significa quel “non siamo qui per tagliare lo spread”.

La politica italiana ha reagito con veemenza alle parole dell’avvocatessa marionetta della Germania, in modo inversamente proporzionale al crollo dei prezzi in borsa. Mattarella, Conte, M5S (da Bruxelles), il Pd, la Meloni e le altre destre, tutti hanno chiesto in sostanza all’unisono “ci aspettiamo politiche e comportamenti dalla Banca Centrale e da tutte le istituzioni europee all’altezza delle sfide che abbiamo di fronte”, in questo scenario di guerra dettato dal Coronavirus. Diciamo la verità: l’Italia attaccata dai paesi del nord, Germania e Olanda in testa, giustificherebbe la richiesta di dimissioni per la francese.

I mercati, dicevamo, dettano legge e votano tutti i giorni, in tempo reale. Hanno valutato i rischi impliciti nel discorso lagardiano. Si teme che l’Europa si sfaldi. Il crollo di un’Italia lasciata sola avrebbe un effetto domino a catena devastante, catastrofico. Quanto accaduto il 12 marzo sulle borse potrebbe essere solo un drammatico assaggio. Sul fronte tecnico, sono schizzati tutti i bond a 10 anni dei paesi deboli Ue, gli ex Pigs, Italia +0,59% (con spread a 273), Grecia +0,50%, Portogallo +0,30%, Spagna +0,24. Quelli che guidano le danze, i desk di banche d’affari sparpagliate per il globo, condizionati da algoritmi che indicano tutti lo stesso trade, cercano allo stesso momento la stessa exit, per cui il collo di bottiglia rende il mercato illiquido. Dopo le parole della Lagarde vendere azioni e certi tipi di bond diventa imperativo. Sulla differenza sempre più ampia tra buy e sell qualcuno si arricchisce molto in questi in momenti di turbolenza.

Comunque, a fronte della regia politica della Bce, la New York Federal Reserve (il braccio operativo della Banca centrale Usa) per alleviare lo stress e la crisi di liquidità rampanti nel momento di caduta a candela dei prezzi, ha annunciato che pomperà denaro fino a $1,5 trilioni (1500 miliardi, non come il Pil Italia, ma quasi) bisogna oliare i meccanismi di finanziamento di un mercato inceppato e fino a tre settimane fa (massimi storici di S&P500 toccati a febbraio) ubriacato dai rialzi trumpiani. Ecco cosa sta accadendo: molte banche e finanziarie sono costrette a vendere per fare cash e pagare posizioni in perdita, il crollo alimenta a sua volta altre vendite, e la spirale si avvita su stessa alimentata da dichiarazioni politiche irresponsabili.

In sostanza i mercati cominciano a prezzare (e il ribasso non è finito) una brutta recessione in Europa e negli Stati Uniti scatenata dal diffondersi del Coronavirus (Italia e Germania sono già in recessione, Roma pare nell’ordine di -3% per il primo semestre). E Trump? E’ stato lui a dare il via all’ondata di sell sulle borse. L’ex palazzinaro che vive di exploit, colpi bassi, colpi di scena, propaganda e slogan senza progetto e senza visione, di fronte alla minaccia Coronavirus, nell’inconsapevolezza di chi ignora i rischi sistemici, ha giocato d’impulso e minimizzato i rischi. Il mercato – per primi i master of the universe che comprano e vendono bond, poi i broker dell’azionario – dopo la dichiarazione dell’Oms hanno capito l’inadeguatezza dell’uomo e della sua amministrazione nel gestire la pandemia. Così quando l’Incompetent in Chief ha dichiarato la chiusura dei voli dall’Europa per 30 giorni, anche gli americani hanno aperto gli occhi, loro che con 340 milioni di cittadini hanno fatto finora 8500 tamponi, rispetto ai 10.000 al giorno della Corea del Sud e ai 100.000 in totale dell’Italia.

Adesso, schiacciati da Lagarde e Trump, chi ha soldi e chi non li ha fa conti, previsioni, stime. Da noi qualcuno chiede di chiudere le borse (provvedimento assurdo) nel resto del mondo si calcola di quanto cadranno gli utili delle aziende, quante piccole e medie imprese chiuderanno, quanti milioni di persone resteranno senza lavoro, quante liquidazioni coatte, fallimenti, licenziamenti ci saranno nei prossimi mesi. Insomma, un cambio assoluto di paradigma. Noi tutti osserviamo barricati in casa, senza poter nemmeno uscire. Con la consapevolezza, però, che i leader politici, a parte poche eccezioni, sono inadeguati e irresponsabili.

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