Oltre 2500 in 24 ore, quasi 9400 dal 29 febbraio. Sono questi i numeri dei pugliesi che hanno compilato il modulo di autosegnalazione on line per dichiarare di essere rientrati in Puglia da Lombardia e province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell’Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio- Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia, ovvero le zone rosse d’Italia per l’emergenza coronavirus. Per queste persone scatta l’obbligo di quarantena (o isolamento) per 14 giorni, così come stabilito da un’ordinanza emessa domenica 8 marzo dal governatore regionale Michele Emiliano, che in mattinata ha ringraziato i 2mila che hanno seguito le sue indicazioni tramite il suo profilo Facebook.

Ritornando ai pugliesi che hanno compilato l’autocertificazione (disponibile sul portale della Regione Puglia nella sezione dedicata al Coronavirus), va sottolineato che il dato è giocoforza parziale. Per due motivi: il numero è in continuo aggiornamento e, soprattutto, rischia di non essere troppo attendibile perché nell’ordinanza del presidente regionale è contemplata anche l’ipotesi di segnalare il proprio ritorno in Puglia al medico curante via telefono, il che rende incalcolabile e potenzialmente poco reale il dato in questione.

Nel frattempo, mentre circolano in tutta la regione chat per ‘segnalare’ chi arriva dal Nord e non si attiene alle disposizioni, da segnalare le iniziative della conferenza episcopale e di 9 consiglieri regionali. La curia pugliese, riunitasi in giornata a Bitonto, ha stabilito che fino al 3 aprile non si celebreranno messe con la partecipazione dei fedeli, mentre i presbiteri celebreranno l’eucaristia in privato invitando i fedeli “a pregare personalmente o in famiglia, meditando la parola di Dio”. Non solo. Annullati anche i funerali in chiesa: la salma del defunto sarà benedetta direttamente al cimitero con le preghiere rituali della “ultima raccomandazione e commiato”. Le chiese tuttavia non chiuderanno: restano aperte per la preghiera personale e i fedeli devono tenere la distanza di almeno un metro l’uno dall’altro. Sospese le feste patronali, le processioni, le stazioni quaresimali e qualsiasi altra manifestazione.

Per quanto riguarda la politica, invece, 8 consiglieri del centrosinistra (Fabiano Amati, Sergio Blasi, Paolo Campo, Enzo Colonna, Gianni Liviano, Donato Pentassuglia e Domenico Santorsola) e Mario Conca del gruppo misto (ex M5s) hanno inviato al premier Giuseppe Conte “sei richieste per altrettante misure chiare e rigide. È noto, infatti, che il contenimento più rigoroso va applicato nelle regioni relativamente poco colpite dal virus, ancor più che in quelle dove ormai il focolaio è in piena espansione”. “C’è bisogno di misure severissime, prima che sia troppo tardi” hanno scritto i 9 consiglieri regionali, secondo cui urge il “contenimento sociale, cioè tutte le misure che diminuiscono il numero di contatti giornalieri tra le persone”. Nella fattispecie viene così sollecitato un provvedimento che faccia conseguire sei risultati: isolare (dichiarare zona rossa, con la normativa connessa) i Comuni ove si osservino casi; coordinare lo scambio di malati e medici, ove necessario, con le regioni confinanti; controllare tutti i passeggeri in arrivo presso aeroporti, stazioni ferroviarie ecc., provenienti da zona rossa, con la possibilità di imporre loro la quarantena obbligatoria; controllare l’arrivo di auto da regioni in zona rossa attraverso i caselli autostradali e possibilità di imporre quarantena a questi passeggeri; derogare alle norme di finanza pubblica per effettuare le spese sanitarie necessarie e indifferibili; sostenere il mondo del lavoro e delle imprese attraverso la sospensione dei tributi e del pagamento mutui.

La Puglia, quindi, si prepara a prevenire l’eventuale picco di malati da coronavirus, ma nel frattempo si attrezza. Da domenica 8 marzo infatti sono sospese tutte le attività sanitarie non urgenti nelle strutture pubbliche, mentre restano garantite le prestazioni urgenti e indifferibili. La comunicazione è arrivata direttamente dal direttore del dipartimento Promozione della salute della Regione Puglia, Vito Montanaro: “Il provvedimento serve ad evitare la presenza in ospedale di pazienti che potrebbero infettarsi” ha precisato, sottolineando che l’obiettivo è anche quello di garantire la disponibilità di un congruo numero di posti letto sia nelle degenze mediche che chirurgiche. E, inoltre, di rendere disponibili più sanitari nelle attività di contrasto al contagio durante il picco epidemico. Stop quindi a ricoveri, visite ambulatoriali, esami diagnostici e operativi, gli esami di laboratori, i day service, non urgenti. Sono sospesi i ricoveri programmati sia medici che chirurgici che non siano giudicati indifferibili dai sanitari. Sarà possibile effettuare solo i ricoveri programmati per pazienti oncologici e per quelli provenienti dal Pronto Soccorso, che siano considerati dai sanitari indifferibili.

Da oggi, inoltre, prevista la sospensione temporanea delle operazioni di sportello all’interno dei Cup per evitare la sosta dei pazienti nelle sale di aspetto e davanti agli sportelli, fatta eccezione per i pagamenti dei ticket relativi a prestazioni urgenti. Tutte le altre operazioni – come prenotazioni e/o disdette – saranno garantite esclusivamente per via telematica ( www.salute.puglia.it) o telefonica. Per ridurre ogni rischio di contagio, sono già in vigore provvedimenti per la riduzione dei punti di accesso in ospedali e ambulatori. “L’accesso ai reparti ospedalieri di degenza – ha spiegato Montanaro – sarà consentito in modo rigorosissimo esclusivamente durante l’orario di visita ad un solo visitatore per paziente al giorno. Stesse limitazioni negli ambulatori, dove sarà garantito l’accesso ad un solo accompagnatore per paziente”.

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