La Regione Siciliana non riesce più a trovare i progetti per accedere ad alcuni bandi che – solo nel 2019 – l’Unone Europea aveva finanziato con quasi 13 milioni di euro. E dire che quei progetti, presentati da Comuni, Università e altri enti interessati ai fondi del programma di cooperazione tra Italia e Malta, erano stati caricati su un’apposita piattaforma online: come è possibile che siano spariti? Mistero. Di sicuro c’è solo che l’11 febbraio la Regione è stata costretta a tornare al passato e chiedere a tutti gli enti di ripresentare i plichi coi progetti, ma scritti su carta: “È fatto onere di presentare il progetto in formato cartaceo”. Brevi manu o, tutt’al più, spedendo le buste via posta. La comunicazione che riporta indietro le lancette di una ventina d’anni è firmata dal dirigente generale del dipartimento alla Programmazione, Dario Tornabene, la stessa persona che nei giorni scorsi si è presentata negli uffici della questura di Palermo in via Bentivegna per fare una denuncia di sparizione di atti amministrativi.

All’origine di tutto, infatti, c’è la scomparsa dei progetti caricati sulla piattaforma informatica Ulysses, la cui gestione è stata appaltata a fine 2017 alla Ingloba360, società con sede a Matera. La stessa impresa si è aggiudicata la manutenzione del sistema anche per quanto riguarda i bandi relativi ai fondi per la cooperazione tra Italia e Tunisia, anch’essi gestiti dalla Sicilia. Servizi che alla Regione costeranno in tutto poco più di 143mila euro per sei anni.

Ad accorgersi che non tutto fosse a posto è stato il dipartimento, pochi giorni prima di Natale. Al momento di procedere alla seconda fase di valutazione delle proposte, quella riguardante la qualità dei progetti, i funzionari si accorgono che, dei 18 caricati, quattro non sono visualizzabili. Ma la situazione peggiora nel giro di un paio di settimane: è il 10 gennaio quando la Regione si accorge che in realtà sono tutti i progetti a “non presentare più i contenuti già inseriti dai potenziali beneficiari”. Un problema non da poco se si considera, appunto, che soltanto per il 2019 le somme destinate ai progetti di cooperazione Italia-Malta ammontano a quasi 13 milioni di euro.

Dal canto suo Ingloba360, con una nota, ha specificato sostanzialmente di non poterci fare nulla. “Non è possibile rendere disponibili all’interno del sistema le proposte progettuali mancanti poiché – si legge nel documento – a seguito delle verifiche effettuate è emerso che le stesse non sono presenti nel database del sistema in ambiente di produzione e che le stesse non sono neppure presenti nelle copie di back-up analizzate nel tentativo di recuperare i dati non visualizzabili”. Una posizione che l’amministratore unico della società lucana Edoardo Celiberti ribadisce anche al telefono: “Non risultano operazioni di cancellazione, possiamo certificare soltanto la sparizione dei dati. Responsabilità? Da parte nostra nessuna, siamo sereni”. Sul fatto che l’impresa si presenti sul web in un modo insolito per chi con l’informatica ci lavora, ovvero con un sito per larga parte vuoto e profili social non aggiornati da anni, Celiberti replica: “La nostra è una piccola società, non abbiamo sempre il tempo di curare e aggiornare i contenuti”.

Ad assistere alla disputa tra Regione e privato, sono intanto gli enti che la scorsa estate hanno lavorato alla redazione dei progetti. Senza immaginare che oltre cinque mesi dopo sarebbe stato chiesto loro di ripresentare tutti gli elaborati in formato cartaceo. Un’operazione che non implicherebbe soltanto la stampa e la spedizione dei plichi, ma, stando ai diretti interessati, cela una serie di difficoltà che potrebbero pregiudicare l’esito delle valutazioni. “Non si tratta di un mero fastidio. Riprodurre in formato cartaceo i progetti non è semplice perché la piattaforma della Regione accompagnava la redazione con una serie di richieste precise. Spazi da compilare che, adesso, è improbabile riuscire a ricostruire interamente basandosi sulla memoria”, spiega Anna Privitera, direttrice del Gal Terre di Aci che, nella fascia ionica, raggruppa una serie di Comuni.

Legittimo chiedersi come sia possibile che gli stessi partecipanti non abbiano provveduto a salvare una copia dei progetti. “Il motivo è semplice – risponde Privitera –. La piattaforma non dava la possibilità di salvare e stampare in Pdf i progetti. Era caricato su Ulysses e adesso non c’è più”. Quello presentato dal Gal riguarda la possibilità di attivare un programma di mobilità rivolto a un centinaio di disoccupati siciliani e maltesi, ai quali, con il contributo di tre Istituti tecnici superiori della provincia di Catania e del college male M-Cast, verrebbe offerta l’acquisizione della lingua inglese e di competenze tecniche per favorire l’ingresso nel mondo del lavoro. Un impegno retribuito con borse lavoro da duemila euro per sei mesi. “Abbiamo intenzione di chiedere alla Regione di mettere a disposizione nuovamente la piattaforma, quantomeno per prendere spunti per la nuova redazione cartacea dei progetti. Mi creda – conclude la direttrice del Gal – è imbarazzante spiegare ai nostri partner come si sia finiti in questa situazione”.

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