Il conforto di questi giorni è che mia mamma ha ripreso a rifornirci di vettovaglie: pane, pizze, focacce. Ci vediamo sempre per pochissimo, a distanza, per essere più tranquilli. Non è proprio un ritorno alla normalità, però è qualcosa che gli somiglia. Sono ottimista? A dire il vero non tantissimo. Più che altro perché sui social leggo tanti sfoghi di persone (dentro e fuori la zona rossa) che lamentano i comportamenti di chi non rispetta le regole per evitare la diffusione del contagio.

Tanto per dirne una, ieri il Sindaco di Fombio (piccolo centro a pochi km da Codogno), ha parlato dell’intervento dei carabinieri per mandare a casa dei giovani “spavaldi” che avevano organizzato una partita di calcio. Altro che senso civico. Lontano dalla mia zona rossa, dove fortunatamente ci sono anche tantissime persone di buonsenso, ho visto (tramite social) anche località sciistiche prese d’assalto, aperitivi tutti appiccicati sui Navigli a Milano.

E mi chiedo: ma la polizia locale non potrebbe essere chiamata a sorvegliare e punire i comportamenti che vìolano le indicazioni delle istituzioni? Intanto in casa la fantasia dei primi giorni si è pian piano esaurita e i bimbi si annoiano un po’ di più. Non poteva essere altrimenti. Ma forse, dopo questo weekend “decisivo” (e non parlo solo delle nuove direttive, ma anche dell’analisi dei numeri che potrebbe far capire se l’emergenza è sotto controllo o se dovremo prepararci a tempi peggiori), avremo più lucidità per ritrovare l’equilibrio necessario.

Mi rendo conto che in questi ultimi giorni sto controllando molto più spesso le news sul cellulare. E sono un po’ più in ansia.

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