Sms inviati agli abitanti in modo da ribadire le precauzioni da prendere per evitare il contagio da Coronavirus. E’quanto sta facendo il governo della Corea del Sud, inondando i cittadini di informazioni (lavarsi le mani, evitare di toccarsi la faccia) direttamente sui loro telefoni. Ma non è tutto. In questi messaggi si indicano anche i movimenti degli infettati, rintracciati utilizzando un sistema Gps, i movimenti delle carte di credito e anche i filmati delle telecamere di sorveglianza sparse per le città.
“Clicca sul link per vedere i luoghi che ha visitato prima di essere ricoverata in ospedale”, si legge nell’sms. Ed effettivamente, una volta cliccato, si vede quello che “l’infettato” ha fatto. Ma c’è di più: cercando online si trovano anche il volto, le foto e persino l’eventualità di un adulterio compiuto dal ‘positivo’. Ecco perché un uomo di circa 30 anni è diventato bersaglio di offese: nel messaggio del governo, infatti, si leggeva che dell’uomo erano state perse le tracce dopo l’ultimo avvistamento nei pressi della stazione ferroviaria principale di Seul, un’area segnata dalla prostituzione. Ed ecco che il 30enne è stato travolto dagli insulti prima che si scoprisse che, in realtà, aveva mangiato in un ristorante nella zona. Le autorità hanno chiarito l’errore ma ormai gli insulti erano arrivati.
Stessa sorte toccata a un uomo e alla sua segretaria appena tornati da Wuhan, in Cina, focolaio del virus. I due sono risultati positivi dal primo giorno dell’epidemia ma sono stati accusati di adulterio, sempre per via dei messaggi di “tracciamento” e, pure loro, sono stati insultati. Una situazione che somiglia a un Grande Fratello dai macabri contorni, stando alla Bbc. Lee Su-young, psichiatra dell’ospedale Myongji di Goyang, ha dichiarato che i suoi pazienti hanno mostrato “più paura di essere incolpati che di morire del virus”.
