Il coronavirus, meglio detto Covid-19, è al centro delle attenzioni e delle apprensioni degli italiani e nel mondo. In Italia al di là di dichiarazioni forse avventate da parte di Presidenti di regioni e di sindaci – e di un approccio mediatico che ha dato vita a un modello informativo forse sopra le righe che ha offuscato le indicazioni fornite da medici specialisti e dall’Oms – il governo ha emanato una serie di provvedimenti. In particolare:

1. decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 1 marzo 2020 (con disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020 n. 6) e del 4 marzo 2020;

2. il decreto-legge approvato dal Consiglio dei ministri del 28 febbraio 2020, con misure economiche urgenti per famiglie, lavoratori e imprese;

3. decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, con misure urgenti di contenimento e gestione delle emergenze epidemiologiche;

4. la delibera del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2020 di dichiarazione dello stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario derivante da agenti virali trasmissibili.

Si tratta di interventi normativi che hanno previsto sia modalità di coordinamento per un efficace intervento sanitario che la previsione di zone rosse, la chiusura di scuole, la sospensione delle partite di calcio, di convegni e attività culturali, fino alla previsione di misure di isolamento quarantenario obbligatorio in caso di contatto stretto con casi risultati positivi, e la sorveglianza attiva con permanenza domiciliare per chi è stato nelle aree a rischio negli ultimi 14 giorni.

In tale contesto, nonostante ripetuti appelli da parte dell’Unione Inquilini, non è stata data la giusta considerazione a una proposta che andrebbe affrontata: la sospensione degli sfratti e delle esecuzioni di espropri immobiliari per pignoramenti. L’esecuzione degli sfratti o il rilascio delle prime case di abitazione pignorate potrebbero riguardare anche persone che sono già positive al contagio o esporre i componenti del nucleo familiare sfrattato al virus. Tenendo conto che spesso in questi nuclei famigliari sono presenti minori, anziani, persone disabili e altri soggetti deboli la sospensione degli sfratti ci sembra misura urgente.

Inoltre in questo momento la sospensione temporanea degli sfratti nelle zone in emergenza e a rischio sanitario consentirebbe l’impiego della forza pubblica di norma utilizzata nelle esecuzioni per un migliore controllo e attuazione delle misure in relazione all’emergenza sanitaria in corso.

Del resto che senso ha nelle zone rosse e gialle interessate dal Covid-19 chiudere gli stadi, i centri commerciali, chiedere alle persone di stare in casa, e al contempo proseguire nelle esecuzioni di sfratto e di esproprio mettendo le famiglie interessate per strada a rischio sanitario nelle zone in stato di emergenza sanitaria?

Per fortuna un segnale arriva dal Prefetto di Milano, che il 25 febbraio 2020 ha emanato una ordinanza con la quale dispone la sospensione degli sfratti a Milano e provincia. Si tratta di una misura di buonsenso. Se il governo non ha ancora previsto o non intende prevedere questa possibilità, voglio augurarmi che in tempi rapidi almeno altri Prefetti seguano l’esempio del Prefetto di Milano.

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