La semifinale di Coppa Italia tra Juventus e Milan non si giocherà mercoledì sera a Torino. In serata è stato ufficializzato il rinvio della partita, dopo diversi cambi di opinione sulla disputa della gara a porte chiuse o a porte aperte ma solo per i residenti in Piemonte. Alla fine, la decisione più drastica è arrivata al termine di una riunione in prefettura a Torino, che ha visto seduti al tavolo il questore Giuseppe De Matteis, il prefetto Claudio Palomba, l’assessore regionale allo sport Fabrizio Ricca, il collega alla Sanità Luigi Icardi con la sindaca Chiara Appendino. In collegamento anche la Lega calcio Serie A e il ministero dell’Interno a cui è spettata l’ultima parola. Nel corso della riunione l’assessore Icardi ha riferito le risultanze e le valutazioni dell’Unità di Crisi della Regione Piemonte in merito alla situazione e alle misure precauzionali, nonché l’esigenza di evitare assembramenti massivi. “Nell’ambito della riunione, sentiti anche i Ministeri competenti – sottolinea una nota della prefettura – è stata condivisa l’adozione, da parte del Prefetto, dell’ordinanza contingibile ed urgente con la quale si dispone il differimento della partita di Coppa Italia”.

In giornata, l’amministratore delegato dell’Inter, Giuseppe Marotta, aveva inviato alla Lega Calcio una lettera in cui la società nerazzurra chiedeva di disputare prima la sfida casalinga con la Sampdoria, rinviata il 23 febbraio, e poi il big match del 1 marzo contro la Juventus, a Torino. Una richiesta che contrasta con l’iniziale decisione della Lega che intendeva far disputare prima il match tra nerazzurri e bianconeri. Nella missiva dell’ad è scritto che “la proposta che ci avete trasmesso non è neppure valutabile atteso che non è completa. Non vi è infatti una data prevista per il recupero della gara FC Internazionale Milano vs UC Sampdoria. D’altro lato la proposta non è in ogni caso accettabile”.

Il club milanese, si legge, “richiede che nel prossimo weekend si giochi il turno di campionato come previsto dal sorteggio, ovvero, nel caso il Presidente della Lega ritenesse di dover far slittare tale turno di campionato per consentire il recupero di gare già rinviate, che si proceda al recupero delle gare rinviate per prime in ordine di tempo. Unica ipotesi, quest’ultima, legittima ai sensi delle norme di Lega e Federazione che governano l’ordinamento sportivo”. L’inter quindi “si riserva ogni azione e/o iniziativa qualora fossero prese decisioni in violazione delle norme regolamentari sportive e federali ovvero tali da determinare un danno in capo alla società e/o alla salute dei propri dipendenti e tesserati”.

Rimangono invece i dubbi sui prossimi match europei, con l’Atalanta impegnata in Champions League contro Valencia e l’Inter e la Roma in Europa League contro Getafe e Siviglia. Tutte partite che devono essere giocate in Spagna. Secondo quanto riporta la stampa iberica, in seguito alle raccomandazioni del ministro della Salute, Salvador Illa, per prevenire la diffusione del coronavirus, tutti e tre gli incontri potrebbero disputarsi a porte chiuse. È attesa la conferma dell’Uefa per l’ufficialità.

Il ritorno degli ottavi di Champions tra Juventus e Lione, invece, si giocherà in Italia il 17 marzo, ma anche in questo caso c’è da capire con quale formula. Secondo Rmc e L’Equipe, tra le ipotesi in fase di valutazione potrebbe esserci anche quella di far disputare l’incontro lontano da Torino, in uno stadio del sud Italia. Secondo Rmc Sport, che cita diverse fonti presenti oggi al congresso annuale Uefa, “tutte le opzioni sono state studiate e in particolare anche un trasferimento nel sud Italia della partita in programma a Torino”. Domenica scorsa Jean-Michel Aulas, presidente del Lione, si era detto aperto all’eventualità di spostare l’ottavo di ritorno in campo neutro.

Gianni Infantino, presidente della Fifa, parlando dal palco del 44º Congresso Ordinario dell’Uefa, ha però chiesto maggiore cooperazione con le autorità nazionali da parte dei club europei: “È importante innanzitutto la cooperazione con le autorità, ma ovviamente anche non farsi prendere dal panico”, ha detto. “Sembra che in questi giorni non si possa tenere un discorso o fare una conversazione senza nominare il coronavirus. Alcuni di voi dovranno prendere delle decisioni importanti al riguardo. Gli organizzatori di tutte le competizioni devono studiare la cosa e prendere delle decisioni”, ha poi concluso.

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