Un bus con i vetri oscurati è giunto al molo dove la nave è attraccata, con il conducente vestito da capo a piedi con indumenti protettivi, compresa maschera e occhialini. Sul mezzo sono saliti i primi passeggeri sbarcati dalla Diamond Princess, la nave da crociera ferma nella baia di Yokohama, in Giappone, dal 3 febbraio scorso, giorno in cui è stata messa in quarantena. Sono 11, tutti over 80, risultati negativi ai test per il coronavirus. Sono stati trasferiti in alloggi protetti messi a disposizione dal governo dove rimarranno fino alla fine della quarantena, il 19 febbraio.

La decisione di farli sbarcare è arrivata all’indomani del forte aumento di casi di contagio a bordo della nave, salito a 218 su 3.700 persone tra passeggeri ed equipaggio inizialmente a bordo, che fa temere per le condizioni di salute di alcune centinaia di persone di età pari o superiore a 80 anni. Otto delle persone infettate dal virus, ha detto il ministero della sanità di Tokyo, sono in gravi condizioni. La situazione di massima allerta sulla nave ha spinto a una nuova stretta delle regole a bordo. Testimone è una passeggera argentina che al quotidiano Nacion ha raccontato come siano cambiate le regole: non più uno ma due metri di distanza uno dall’altro. Ed è stato ridotto di mezz’ora, a solo un ora, il tempo concesso all’aperto. “È una tortura psicologica – aggiunge la donna in messaggi online – e non sappiamo se il virus viene trasmesso o meno dalla ventilazione, se la quarantena funziona o no, e fino a quanto durerà ancora”.

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