Il premier Giuseppe Conte ribadisce il no dell’Italia alla proposta di bilancio europeo presentata dalla Finlandia, che ha la presidenza di turno del Consiglio Ue. “Non ci potremmo mai accontentare dei criteri attuali sulla politica agricola comune, che sono iniqui“, ha chiarito il presidente del Consiglio, aggiungendo anche che “l’Italia sostiene la previsione che almeno il 25% del bilancio venga destinato al clima e all’ambiente“. “Il vertice straordinario convocato per il 20 febbraio non potrà avere successo se non muoverà da una proposta negoziale adeguata ad attuare le priorità che ho citato”, ha aggiunto Conte, sottolineando che “c’è una linea rossa sul negoziato sul bilancio oltre la quale non possiamo andare”. Sensibilità condivise con il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, che parlando allo stesso convegno è tornato a criticare la proposta messa sul piatto da Helsinki: “Dovremmo ridurre i fondi della coesione” o la politica agricola, l’Erasmus, la ricerca e l’industria, ha evidenziato Sassoli. “Non ci vuole una scienza per capire che le proposte che sono state presentate sono un taglio continuo“, ha avvertito il presidente dell’Eurocamera. E a ribadire la vicinanza della posizione del governo italiano con quella del Parlamento Ue è stato anche il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri: “L’Italia non è disponibile ad accettare un compromesso al ribasso“, ha spiegato, facendo riferimento ai tagli significativi previsti dalla Finlandia sulle politiche destinate alla competitività, all’innovazione, alla gestione della migrazione, alla sicurezza e alla difesa.

“Il nostro obbiettivo è duplice: permettere all’Ue di affrontare le grandi sfide globali, dal clima alle migrazioni. Dall’altro assicurare che nessuno cittadino europeo sia lasciato solo“, ha afferma il premier Conte al convegno “Un nuovo bilancio europeo all’altezza delle sfide per l’occupazione, la crescita e la sostenibilità”, a Roma. “Abbiamo obiettivi molto complessi: abbiamo apprezzato molto il progetto politico proposto dalla Commissione, il nostro è molto consonante con il suo, ma per questo servono risorse adeguate, serve un nuovo paradigma, serve crescita più robusta per avere un Europa più giusta e più verde”, ha aggiunto Conte facendo riferimento al Green deal. “Il volume complessivo di circa 1.100 miliardi nell’attuale proposta negoziale di bilancio pluriennale, rischia di essere inadeguato. So che lo pensa anche il Parlamento europeo, che è ben consapevole che le sfide complesse non si affrontano gratis”, ha proseguito Conte. Helsinki ha proposto di aumentare il bilancio pluriennale dell’1,07%: i fondi complessivi sarebbero “237 miliardi in meno rispetto alla proposta del Parlamento”, ha sottolineato Sassoli. L’Eurocamera ha chiesto l’1,3% del Reddito nazionale lordo Ue. “L’Italia difende l’idea di un bilancio sufficientemente ambizioso che consenta di realizzare obiettivi e politiche che le stesse Istituzioni europee, ed i Governi in seno al Consiglio, si sono date”, ha commentato Conte.

Questa è la posizione che l’Italia porterà il 20 febbraio al Consiglio europeo sul bilancio pluriennale dell’Unione. Conte ha spiegato che si attende “una proposta sostanzialmente diversa dalla ‘scatola negoziale’ finlandese, che come sappiamo non soddisfa i Governi, e si allontana dalle richieste del Parlamento europeo e della Commissione europea”. Il premier ha anche ribadito l’impegno del governo per rivedere il patto di stabilità e crescita: “Mi piacerebbe invertire i poli, renderlo di patto di crescita e stabilità, non stravolgerlo ma creare i presupposti perché si possa realizzare quella politica del green new deal. Parliamo di green facility, superando le rigidità del patto che faciliti la sostenibilità di finanza pubblica“, ha spiegato Conte.

Sassoli: “Il Parlamento europeo ha deciso di andare fino in fondo”
Sassoli ha chiarito che “il Parlamento europeo non darà il suo consenso ad un piano pluriennale che non abbia ambizione. Dobbiamo trovare un accordo al più presto, ma non vuol dire che il Parlamento europeo accetterà un accordo qualunque”. Anzi, “ha deciso di andare fino in fondo“, ha aggiunto Sassoli. Che poi ha sottolineato: “Se al Consiglio europeo straordinario convocato sul quadro pluriennale finanziario del prossimo 20 febbraio tentasse di mettere in discussione il mandato della nuova Commissione, i cui impegni per essere approvati necessitano di risorse finanziarie adeguate, sarebbe un vero e proprio tradimento delle aspettative dei nostri cittadini e questo noi non vogliamo accettarlo”.

Sassoli non vuole puntare ai bilanci nazionali ma alla risorse proprie dell’Ue, come “una tassa sulla plastica, destinata a non alimentarsi proprio per le decisioni Ue di ridurre l’uso della plastica”, ha aggiunto. “Siamo noi a dire basta con i trasferimenti, con la leggenda che l’Unione crea dissesti nei bilanci nazionali”, ha spiegato. “Quadro finanziario pluriennale e risorse proprie sono i binari della proposta del parlamento europeo”. Sul bilancio Ue c’è scontro tra Parlamento e Commissione? “Sì, perché ci sono governi che hanno una idea molto contabile del bilancio”, ha aggiunto Sassoli a margine del convegno. “Noi – ha proseguito – stiamo lavorando per loro affinché l’agricoltura, l’industria e la ricerca di tutti gli stati membri siano all’altezza delle sfide che ha l’Europa oggi. Nessun paese può farcela da solo”. Gli obiettivi da raggiungere, per Sassoli, sono “diminuire le disuguaglianze“, “la lotta al cambiamento climatico” come “fattore di sviluppo e crescita”. “È bello vedere che il sistema italiano sia allineato sugli obiettivi europei”, ha sottolineato il presidente del Parlamento Ue.

Gualtieri: “Serve un bilancio europeo ambizioso”
“Siamo in un passaggio cruciale del negoziato del quadro pluriennale”, ha detto invece il ministro Gualtieri, evidenziando l’importanza della data del 20 febbraio, quando ci sarà il Consiglio europeo. “Voglio subito in modo netto dare un messaggio chiaro: l’Italia nutre forti aspettative per un bilancio europeo ambizioso. Le regole impongono l’unanimità degli Stati membri, la Brexit ha ridotto gli spazi, c’è il voto finale del Parlamento europeo. Questo però non può far venir meno una posizione ferma – ha spiegato il titolare del Mef – l’Italia non è disponibile ad accettare un compromesso al ribasso“.

“Il punto di vista del governo italiano è genuinamente europeo – ha aggiunto Gualtieri – Sappiamo che siamo contributori netti, ma siamo fermamente convinti che per affrontare quelle sfide non si può ridurre il bilancio Ue ma potenziarlo. Guardiamo con simpatia la posizione del Parlamento che chiede un quadro pluriennale pari all’1,3 per cento del reddito nazionale lordo, per questo non condividiamo l’orientamento di quei Paesi che vogliono un bilancio all’1 per cento. Consideriamo un errore scendere sotto la proposta della Commissione, cioè l’1,11. Per questo abbiamo detto già a dicembre che consideriamo non accettabile la proposta della presidenza finlandese, sia per la sua dimensione, sia per una serie di aspetti tecnici”, ha concluso il ministro Gualtieri.

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