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Sardine, a Scampia il primo flop: un centinaio i presenti. “Comunicazione sbagliata, forse percepiti come un corpo estraneo”

Gli organizzatori hanno ammesso i loro errori: è il primo insuccesso dopo le piazze piene degli scorsi mesi. Alle 17 il corteo della sinistra radicale, dietro lo striscione "Scampia non si lega", è partito verso la Villa Comunale. Le Sardine hanno deciso di seguirlo, ma il contatto non è riuscito
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La manifestazione indetta giovedì dalle Sardine a Scampia non ha avuto il successo sperato. “Dobbiamo valutare se ci hanno percepito come un corpo estraneo“, ha detto una dei promotori, Antonella Cerciello, commentando il flop. “Qui la realtà è complessa”, ha aggiunto. Le Sardine, davanti alla stazione Piscinola-Scampia della Metropolitana Linea 1 di Napoli, hanno raccolto poche decine di simpatizzanti, qualche attivista del Comitato elettorale di Sandro Ruotolo, padre Alex Zanotelli, due operai con le casacchine della Whirlpool e gli ex trotzkisti de “La Comune”.

“Probabilmente abbiamo utilizzato una modalità di comunicazione sbagliata”, ha detto Bruno Martirani, uno dei promotori della manifestazione, “ma abbiamo incontrato il Gridas ed alcune associazioni e torneremo a Scampia, prima delle manifestazione nazionale del 14-15 marzo”. La distanza con l’altra piazza della sinistra che si è radunata in contemporanea davanti alla sede del “Comitato Vele”, vicino alla Villa Comunale, riguarda anche il linguaggio. “Su Scampia ci vuole una contronarrazione – ha detto Antonella Cerciello – perché il quartiere è cambiato”.

Alle 17 il corteo della sinistra radicale, dietro lo striscione “Scampia non si lega”, è partito verso la Villa Comunale. La Sardine hanno deciso di seguirlo, ma il contatto non è riuscito. Appuntamento rinviato, promettono le Sardine. “C’è stato un misunderstanding” ha detto ai giornalisti Michele Esposito, delle Sardine di Sorrento. “Non chiedeteci della prescrizione – afferma Michele Festa – non siamo ancora un soggetto politico, vogliamo ricucire lo scollamento tra la sinistra politica e la sinistra sociale”. Alla domanda se questo richieda un cambio dei dirigenti attuali della sinistra, la sua risposta è: “Certo”.

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