Una nuova “fase politica e programmatica” nel governo da far partire con la revisione dell’intesa col M5s. Una riforma di legge elettorale che dovrebbe permettere di dare spazio a “una nuova vocazione maggioritaria del partito”. Perché, per essere più incisivi, si deve lavorare sull’inclusione sia nei confronti dei 5 stelle, ma anche dei moderati che “non si riconoscono in Salvini”. Naturalmente tenendo l’esperienza giallorossa come base, perché, “questo governo va avanti solo se il Pd lo sente come proprio, anche come incubatore di una alleanza politica“. Il ministro della Cultura e capo delegazione del governo Dario Franceschini ha aperto il ritiro di due giorni del Partito democratico nell’abbazia di Contigliano (Rieti). E lo ha fatto rilanciando l’esecutivo Pd-M5s e prospettando anche un patto duraturo e organico tra le due maggiori forze dell’esecutivo Conte 2. E il premier, interpellato sull’argomento a margine degli impegni ad Ankara, non ha fatto mistero di gradire la visione del ministro della Cultura: “Non entro in questa riflessione politica perché la mia premura sono le modalità per rilanciare l’azione di governo – ha detto Giuseppe Conte – Queste riflessioni è bene si facciano. Io posso auspicare, con tutto il rispetto dei processi di elaborazione e decisione interna – ha aggiunto – che questa esperienza di governo possa, per affiatamento e sempre maggiore coesione, far nascere anche un processo politico sempre più definito”.

Franceschini: “Basta dire che non c’è discontinuità col passato” – “Vorrei la smettessimo con questa idiozia della mancata discontinuità: la discontinuità c’è su tutto, come si fa a dire di no? Sui migranti, sugli sbarchi, sulla flat tax”. In particolare, sulle modifiche ai decreti Sicurezza, ha detto: “Partiremo dalle osservazioni di Mattarella e in Parlamento potremo intervenire, ci sarà spazio per segnare un cambiamento di prospettiva”. La due giorni è un momento fondamentale per i dem: progettata a fine dicembre dal segretario Nicola Zingaretti, vede radunati insieme ministri e parlamentari dem per parlare della revisione dell’accordo di governo, ma anche del futuro stesso del partito. E non a caso, ad aprire i lavori è stato uno degli artefici dell’intesa tra Pd e 5 stelle.

“Ora deve iniziare una fase due, una nuova fase politica e programmatica, vanno affrontate insieme o non funzionano”, ha dichiarato Franceschini. “C’è spazio per una nuova vocazione maggioritaria del partito”. Solo la settimana scorsa la maggioranza è arrivata a una prima intesa sul sistema proporzionale con soglia di sbarramento al 5 per cento. E in questo quadro, la riforma della legge elettorale non è un elemento secondario, ma fattore determinante di quello che secondo lui deve essere un progetto più ampio: “Il sistema elettorale proporzionale ci spingerà a essere sempre più inclusivi, ad aprire in varie direzioni – che è poi quello che ha prospettato Nicola Zingaretti -; dobbiamo tenere aperto il rapporto con M5s e con i moderati che non si riconoscono in Salvini. Cosa c’entra la Carfagna con Salvini, ad esempio?”. La linea è aprire l’orizzonte di azione dei dem: “C’è spazio per una nuova vocazione maggioritaria del Pd”, ha detto. “Prima siamo sempre stati spinti a creare maggioranze prima per prendere un voto in più dell’avversario e cercato qualcuno per prendere consensi, Di Pietro o Bonino. Il 5 per cento non consente più questo e ci spinge a costruite un partito più largo che non appalta più ad altri, è questa la proposta di Nicola: un partito che riscopre la vocazione maggioritaria e che si pone la questione delle alleanze”. In particolare, parlando dei 5 stelle, Franceschini ha detto: “Dobbiamo farli venire di qua, i 5 stelle, provare ad allargare il campo di chi condivide certi valori. Non ci si può fermare perché dicono no a un’alleanza, perché non capiscono, bisogna andare avanti anche quando riceviamo dei no. Sulla legge elettorale abbiamo fatto un accordo importante che ci aiuterà in questa direzione”. E ha concluso: “Si può salvare il bipolarismo e formare dei poli meno forzati dalla legge elettorale”.

Il futuro prossimo del Partito democratico – Al centro della discussione c’è anche e soprattutto l’identità di un partito che vuole riformarsi e rinascere. “Dobbiamo offrire una prospettiva di protezione alla gente che chiede protezione, in campi che gli altri lasciano incustoditi, sul terreno sociale; non rincorrere la Lega sulla sicurezza – che è il suo terreno – né il M5s sul terreno dei costi della politica. Dobbiamo dare protezione a chi perde il lavoro, gli ammortizzatori sociali non sono una cosa vecchia, non devono farci paura. E’ terribile il rapporto Eurostat sulla povertà e la ricchezza. Dobbiamo essere il partito che protegge dai cambiamenti climatici e che protegge le donne, anche nelle politiche del lavoro. Il partito degli asili per tutti, dei libri scolastici gratuiti per tutta la scuola dell’obbligo e della sanità gratuita per tutti. Il partito che non ti lascia solo, mi viene da dire così, in una società che provoca solitudine. Basta la paura dell’assistenzialismo, ci sono milioni di persone impaurite e alle soglie della povertà”. E a questo proposito, ha anche parlato del reddito di cittadinanza: “Forse è stato fatto in modo sbagliato”, ha detto, “si può correggere e migliorare, ma una nostra battaglia contro il reddito di cittadinanza sarebbe difficile da capire“.

Per quanto riguarda l’alleanza con i 5 stelle, di cui il ministro è stato tra i principali promotori, ha detto: “In agosto abbiamo fatto la cosa giusta, togliamoci i dubbi. Avremmo Salvini a Palazzo Chigi e il Paese sprofondato in gerarchia rovesciata di valori, la catastrofe economica. Ma partire contro non è sufficiente per dare continuità. Servono qualità dell’azione di governo e il collante di una prospettiva politica, su cui devono fare una riflessione i 5 stelle, che si sottraggono sempre finora, ma dobbiamo farla anche noi”, ha aggiunto. E pensando alla verifica di governo, ha commentato: “Se facciamo solo un elenco di temi per una tregua tra avversari politici, non può funzionare”. Alla relazione introduttiva del capodelegazione al governo è seguita la presentazione di Ilvo Diamanti sullo scenario socio-economico “Italia 2020”. Dopo di che si riuniranno cinque tavoli di lavoro: Crescita, lavoro e sostenibilità; Nuovo Welfare; Italia semplice; Conoscenza; Cittadinanza. Alcune proposte sono state già annunciate (come l’ampliamento dei fondi e della platea per il taglio del cuneo fiscale), ad altre si sta lavorando (es. dimezzamento delle liste d’attesa nella sanità), altre ancora sono nel programma di governo. Ma anche il superamento dei decreti sicurezza di Salvini. Il tavolo sulla Cittadinanza rilancerà questo tema con forza, oltre che quello sullo “ius culturae”.

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