Per Italia Viva quella di Bonafede sulla prescrizione è una “riforma sciagurata“, il Pd vuole cambiarla e ha proposto una sua norma ad hoc, l’obiettivo di Forza Italia è reintrodurla e per questo ha scritto una proposta di legge che l’8 gennaio arriverà in Commissione Giustizia. Tra minacce velate al governo e appelli alla responsabilità istituzionale, tutti dicono la stessa cosa: per come è stata pensata, la riforma del Guardasigilli terrà in ostaggio i cittadini nelle aule di giustizia per anni e anni. Questa è l’accusa. Allo stesso tempo, però, nessuno ha avanzato uno straccio di proposta che vada nella direzione auspicata, ovvero la riduzione dei tempi dei processi, unica vera strada per impedire che la prescrizione diventi l’unico argine alla lentezza della giustizia italiana. Per i partiti invece l’importante è depotenziare o cancellare del tutto la riforma Bonafede, tanto poi per velocizzare i processi c’è tempo. Il sospetto, il solito, è che l’impunità faccia comodo a molti all’interno del Parlamento, che siano opposizione o maggioranza. Eppure i numeri parlano chiaro. In Italia ci sono 1,5 milioni di processi, evidentemente troppi: per diminuirne il numero, è necessario che gli imputati scelgano il rito alternativo (che sia patteggiamento o rito abbreviato), ma quasi nessuno lo fa anche perché conta proprio sulla prescrizione. Bloccandola, si comincerebbe a invertire la tendenza, come del resto avviene da tempo in altri Paesi in cui vige il sistema accusatorio, Inghilterra in primis. Oltre allo stop, è certamente necessario adottare anche altri correttivi come filtri maggiori ai ricorsi, una seria depenalizzazione, modifica del sistema delle notifiche, sanzioni per chi batte la fiacca, tanto per citare degli esempi.

Questo dato, però, sembra non interessare ai partiti italiani. Nessuno, d’altro canto, ha presentato alcun punto programmatico per intervenire sui tempi del processo. La conferma dalle parole dei diretti interessati, a cominciare dai renziani. Quelle di Maria Elena Boschi, capogruppo alla Camera di Italia Viva, sono una minaccia neanche tanto velata al governo che ha contribuito a far nascere: “Non si abbreviano i processi e si lasciano i cittadini nel limbo. Da avvocato sono sconvolta, da cittadina amareggiata per questa forma di populismo giudiziario. Se Conte ha una soluzione accettabile e credibile, saremo lieti di condividerla. Altrimenti voteremo la proposta Costa” ha detto al Corriere della Sera. La proposta Costa (responsabile giustizia di Forza Italia, con cui Italia Viva ha già votato in difformità dal governo), neanche a dirlo, è un ddl che punta a cancellare del tutto la riforma Bonafede. Tradotto: al vertice di maggioranza previsto per il 7 gennaio il premier dovrà presentarsi con una soluzione concreta proprio in tema di prescrizione e non potrà rimandare alla riforma del processo penale i correttivi in grado di bilanciare l’entrata in vigore della legge voluta dal M5s. Altrimenti Renzi voterà con Berlusconi. Proposte? Neanche l’ombra.

Non troppo diversa la posizione del Partito democratico, responsabile a parole in attesa di fatti concreti. I dem hanno presentato una contro proposta che prevede il blocco della prescrizione a tempo (3 anni e mezzo, due per l’appello e uno per la cassazione, prorogabile di ulteriori sei mesi), hanno precisato di non volerla votare, preferendo un accordo sul tavolo del 7 gennaio. E se l’intesa non ci sarà? “Ce la vedremo in Parlamento” ha detto alla Stampa il responsabile Giustizia del Pd Walter Verini, che ha bocciato sonoramente anche l’altra idea di Bonafede, ovvero un sistema disciplinare contro i magistrati che sforassero i tempi delle varie fasi del processo. “Meccanismo superato. Pensare di risolvere il problema con le pagelle, con i punti come fosse la patente, ci sembra una proposta bizzarra” è la sentenza di Verini, che però si è guardato bene di annunciare, presentare, sponsorizzare o solo far prefigurare proposte alternative a quelle del Guardasigilli. Se le ha, il parlamentare dem le preferisce tenere per sé: “Ora sta a Bonafede avanzare proposte serie per la riforma del processo penale. Noi, alcune idee le abbiamo già inviate. Ma è evidente che la norma sulla prescrizione va modificata”. Sempre lì: l’importante è bloccare lo stop alla prescrizione, che sia a tempo oppure no.

Chi perlomeno non potrà essere accusato di incoerenza è Forza Italia: i berlusconiani sono contro la riforma Bonafede. Punto. E la controproposta del Pd? “Insufficiente, non basta” ha detto il solito Enrico Costa, che però ha sottolineato come il partito sia “disponibile a votare la norma dem”. Un’apertura che, per Costa, rappresenta “il male minore”. Possibile convergenza con il Pd? “Presentino un emendamento al ddl in discussione in commissione – ha aggiunto il parlamentare berlusconiano – Un’altra soluzione potrebbe essere quella di definire tempi certi per ogni grado di giudizio e far prescrivere il processo se si sforano quei tempi. In ogni caso se Bonafede pensa di risolvere il problema della durata ragionevole dei processi con qualche accorgimento si sbaglia”. Tradotto: serve un provvedimento ampio, quindi ci vuole tempo, tanto tempo. E i processi infiniti? Prima bisogna reintrodurre la prescrizione.

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