Raccogliere online i desideri degli anziani e lasciarli esaudire dagli utenti in rete. È questo il progetto dei “nipoti di Babbo Natale, che con entusiasmo ascoltano i nonni soli di tutta Italia per donare loro delle festività più allegre. L’idea è nata da Katerina Neumann, una ragazza originaria della Repubblica Ceca, dove la radio nazionale ha realizzato un’iniziativa simile nel 2017. L’associazione comasca “Un sorriso in più” ha replicato il progetto e realizzato un’apposita piattaforma, dove vengono raccolti i desideri degli anziani ospitati nelle case di riposo e dove ogni visitatore può scegliere di fare un regalo o di sostenere l’iniziativa con una donazione. L’iniziativa natalizia è alla seconda edizione: nel 2018 sono stati realizzati i desideri di 800 anziani e sono stati donati più di 5000 euro a sostegno dei “nipoti di Babbo Natale”. Ma quest’anno il successo del progetto è ben maggiore, con il doppio di adesioni da parte delle case di riposo (oltre 80) e sempre più donatori. Sono oltre 2mila i regali di Natale già donati attraverso la piattaforma e in poche settimane i desideri caricati sono andati a ruba.

Come funziona – I desideri vengono caricati online dalle case di riposo che scelgono di aderire al progetto e sono visibili a tutti nell’apposita sezione del sito. Chiunque può sceglierne liberamente uno da realizzare. Basta cliccare sul pulsante “Voglio regalare” per prenotarsi e il donatore sarà reindirizzato a un modulo dove dovrà inserire i suoi dati. In pochi secondi riceverà un’email di verifica e in poco tempo sarà contattato dalla struttura nella quale l’anziano risiede, per concordare la realizzazione del desiderio.

“L’iniziativa ha carattere pedagogico, perché mette al centro la tematica del ‘desiderio ritrovato’ e promuove un processo di ascolto”, afferma Laura Bricola, una delle responsabili. È un lavoro prezioso e innovativo per far sentire gli anziani ascoltati in una fase della vita in cui sono soprattutto gli altri a decidere per loro. Ma non solo, perché grazie alla piattaforma si crea un modello positivo di rete sociale e si mette la tecnologia al servizio delle relazioni umane.

La gioia contagia anche i familiari degli anziani, che spesso vogliono ricambiare i regali fatti dai “nipoti di Babbo Natale”. Nascono così nuove amicizie e si sviluppa un circolo virtuoso: chi ha donato è spinto a coltivare la nuova conoscenza con il proprio “nonno adottivo” e la sua famiglia. In questo modo non solo i nonni, ma anche i donatori riscoprono il senso del Natale, del calore umano e della condivisione. I doni arrivano anche dall’estero. Da chi, lontano dalle proprie famiglie, può capire bene la solitudine che spesso gli anziani vivono. Il progetto rappresenta anche un’opportunità per le case di riposo, uno strumento con il quale mettere in luce la cura e l’attenzione che spendono nel loro servizio.

I regali – Esistono due tipi di doni possibili: un oggetto o un’esperienza da vivere insieme al proprio “nonno adottivo”. C’è chi ai nipoti di Babbo Natale chiede un profumo “fresco e dolce”, chi invece un viaggio a Lourdes per rivivere un pellegrinaggio fatto tanti anni fa. Angela, 87 anni, dice che vorrebbe tornare per un giorno a vedere il mare: “Quando ero giovane mi piaceva molto”. Giuseppina, 96 anni, vorrebbe tornare a Milano, nella via dove ha vissuto, mentre Maria, 89 anni, desidera una bottiglia di Barbera, per ricordare quando lo beveva in famiglia. Invece ad Armando, 76 anni, basta fumare di nuovo una sigaretta, cosa che ora gli è vietata in casa di riposo: “Anche solo una per ricordarmi come ero qualche tempo fa, giovane e spensierato”.

L’associazione “Un sorriso in più”, che ha promosso il progetto con il sostegno della fondazione provinciale della Comunità comasca e dell’azienda di servizi per gli anziani Serenity, è attiva da quindici anni nell’assistenza delle persone più sole. Non solo anziani, ma anche ragazzi ospiti di comunità. Contattati da Katerina Neumann nel 2018, i volontari dell’associazione hanno accolto con entusiasmo la proposta della ragazza, che aveva partecipato lei stessa come donatrice nella sua terra di origine, la Repubblica Ceca. Katerina, che vive da anni in Italia, può dirsi soddisfatta.

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