Anche la Provincia autonoma di Trento deve adeguarsi alle regole della trasparenza che riguardano tutte le amministrazioni pubbliche italiane. I cittadini hanno diritto a conoscere a quanto ammontano le retribuzioni, i premi di risultato e i quali siano i criteri utilizzati per stabilire le valutazioni e punteggi assegnati alla performance dei dirigenti. Il principio, a cui la Provincia di Trento cercava di sottrarsi, è stato ribadito dall’Autorità Nazionale anticorruzione che ha risposto a una richiesta in tal senso del consigliere provinciale trentino Alex Marini, del Movimento Cinquestelle. Marini aveva cercato di far approvare un una norma che introducesse l’obbligo della trasparenza. Ma il consiglio provinciale gli aveva chiuso la porta in faccia. E quindi si è rivolto all’Anac per “dissipare la cortina fumogena che dalle nostre parti alligna su dati che dovrebbero essere pubblici, ma che, come dimostrano le azioni che ho intrapreso e che sono state puntualmente respinte dalla maggioranza, non si vogliono assolutamente divulgare“.

Marini si era occupato in due occasioni della trasparenza delle retribuzioni di risultato dei dirigenti. La prima volta a luglio durante la sessione che trattava l’assestamento al bilancio provinciale, la seconda in agosto con un’interrogazione che è rimasta senza risposta. È per questo che si è rivolto all’Anac. “Adesso che il parere è nero su bianco nessuno può accampare più scuse o tirarla per le lunghe. Fare altrimenti indicherebbe una volontà pervicace di sottrarsi allo scrutinio dei cittadini, violando i diritti, con tutti i significati e le conseguenze del caso”. Messa con le spalle al muro, la maggioranza è così stata costretta ad approvare un emendamento che finalmente obbliga la divulgazione dei dati.

Rispondendo a Marini, Anac ricorda una propria delibera del 2016 che si occupava della disciplina sulla trasparenza e chiarisce quali pubbliche amministrazioni siano destinatari degli obblighi di rispettarla. “All’interno di tale categoria sono annoverabili anche le Regioni a statuto e le Province autonome di Trento e Bolzano. Queste ultime possono individuare forme e modalità di applicazione in ragione della peculiarità dei propri ordinamenti, in nessun caso però è possibile derogare ai contenuti del decreto che costituiscono livelli essenziali delle prestazioni erogate dalle amministrazioni pubbliche a fini di trasparenza, prevenzione, contrasto della corruzione e della cattiva amministrazione chiuse “.

Su questo argomento e sulla stessa linea c’è anche un parere del Consiglio di Stato. Per quanto riguarda la pubblicizzazione delle voci relative a stipendio, importi di viaggi di servizio e missioni, pagate con fondi pubblici vale quanto stabilito da una sentenza della Corte Costituzionale che “ha chiarito definitivamente come legittima la pubblicazione di questi dati” riguardanti i titolari di incarichi dirigenziali. Un capitolo diverso è quello della performance, ma anche in questo caso “la provincia di Trento è tenuta a pubblicare ed aggiornare tempestivamente nella sottosezione tutti i dati e in particolar modo i criteri e le procedure per la misurazione e la valutazione della performance, la retribuzione di risultato e il trattamento accessorio ad esso collegati”. I premi ai dirigenti della ricca provincia trentina, quindi, adesso sono senza segreti.

Articolo Precedente

Regione Abruzzo, la giunta di centrodestra ripristina i rimborsi spese per le trasferte di governatore e assessori

next
Articolo Successivo

Redditi politici, nel 2018 Conte ha guadagnato oltre un milione. 800mila euro Renzi, ‘solo’ 70mila Salvini. Berlusconi resta il più ricco

next