I trasporti in Francia sono bloccati per il tredicesimo giorno consecutivo. 90mila case sono rimaste senza luce a causa di sabotaggi commessi da esponenti del sindacato Cgt (Confédération générale du travail) nella rete elettrica di Lione e della regione della Gironda. La direzione del gestore della rete ha denunciato “atti ostili” legati al “movimento sociale” contro la riforma delle pensioni. Subito dopo, le azioni sono state rivendicate dalla Cgt della Rte (Réseau de Transport d’Électricité). Al momento di massima incidenza dell’azione di protesta, sono state 50mila le case rimaste senza elettricità.
Le code di auto attorno a Parigi si sono dimezzate: soltanto 300 chilometri invece degli ormai abituali 600 nelle prime ore del mattino. La ragione è la manifestazione che martedì bloccherà la città e che ha spinto gran parte dei pendolari a rinunciare a raggiungere la capitale. In assenza di trattative fra governo e sindacati sulla contestata riforma delle pensioni, i sindacati scendono per la prima volta tutti uniti in piazza. Ci saranno anche i riformisti della Cfdt (Confédération française démocratique du travail), vicini al governo. Questo sindacato, che è apertamente contrario a bloccare il paese anche durante le festività natalizie, ha tuttavia irrigidito le sue posizioni sul tema della cosiddetta “età di equilibrio” per andare in pensione, che la riforma vorrebbe fissare a 64 anni.La manifestazione unitaria ha lo scopo dichiarato di piegare il governo, indebolito ieri anche dalle dimissioni dell’uomo incaricato di disegnare la riforma, Jean-Paul Delevoye, che si è dimesso dopo il sospetto di numerosi conflitti di interesse con altri incarichi, da lui non dichiarati.
La metropolitana di Parigi e le ferrovie sono sempre bloccate, con rari treni in funzione, e il 20% dei voli aerei sono annullati. Ieri il primo ministro, Edouard Philippe, ha annunciato incontri con i partner sociali per domani. I dipendenti delle ferrovie Sncf in sciopero sono in costante aumento. Un terzo dei ferrovieri (32,8%) è in sciopero (lunedì era l’11,2%), mentre lo è il 75,8% dei conducenti (era il 61% lunedì), per i dati ufficiali. Inoltre, hanno incontrato le braccia il 59,2% dei controllori e il 24% dei segnalatori. Nel settore dell’istruzione, allo sciopero aderiscono il 25,05% degli insegnanti nella scuola primaria, il 23,32% nella secondaria, secondo il ministero. I dati sono rispettivamente 50% e 60% per i sindacati.
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