Sarà un maxi processo sulle mazzette in Regione Lombardia quello che potrebbe celebrarsi al comune di Milano. I pm del capoluogo lombardo Silvia Bonardi, Luigi Furno e Adriano Scudieri hanno chiesto il rinvio a giudizio per settanta persone. Tra questi ci sono l’ex vice-coordinatore di Forza Italia in Lombardia ed ex consigliere comunale a Milano, Pietro Tatarella, e il consigliere regionale, Fabio Altitonante. L’inchiesta è quella coordinata dal procuratore aggiunto Alessandra Dolci, su un giro di mazzette, appalti e nomine pilotate e finanziamenti illeciti. Al centro dell’indagine c’è Nino Caianiello, ex responsabile di Forza Italia a Varese e presunto burattinaio del sistema, che però al momento non finirà a processo. Tatarella, Altitonante, Caianiello, e all’imprenditore Daniele D’Alfonso erano tra i 43 destinatari di misure cautelari nell’inchiesta scattata il 7 maggio scorso.

L’inchiesta – A fine settembre, infatti, la procura aveva chiuso le indagini a carico di 71 persone e ora ha chiesto il processo, stralciando dall’elenco solo alcune posizioni minori. Tra i 71 non c’èra Caianiello, che sta collaborando da mesi, si sta sottoponendo ad altri interrogatori coi pm, l’ultimo dei quali anche alla presenza del pm della Dda Alessandra Cerreti, una dei titolari di un’inchiesta su una presunta associazione mafiosa nel Varesotto (il nome di Caianiello era emerso nell’indagine). L’obiettivo di Caianiello è dunque patteggiare, ma non in questa tranche dell’inchiesta, che va verso l’udienza preliminare. Tra i 71 non c’era neanche il governatore lombardo Attilio Fontana, indagato per abuso d’ufficio.

Le accuse – Nelle cinquanta pagine dell’atto di chiusura indagini i pm ricostruiscono passo passo una miriade di imputazioni (tra cui, ad esempio, presunte turbative sugli appalti Amsa, azienda milanese dei rifiuti) contestate agli indagati della maxi inchiesta. Ad Altitonante è contestato un finanziamento illecito da 20mila euro, mentre l’altro consigliere regionale berlusconiano Angelo Palumbo è accusato di aver ricevuto presunti finanziamenti illeciti per 12mila euro. Caianiello, accusato di associazione per delinquere come Tatarella e D’Alfonso, è il ‘convitato di pietra‘ di gran parte delle imputazioni per il suo ruolo di “raccordo con gli esponenti regionali e provinciali del mondo politico e delle istituzioni” e per la sua capacità di controllare molte società a partecipazione pubblica, “grazie alla sistematica collocazione di persone” al loro interno. Tatarella, che da D’Alfonso avrebbe ricevuto un totale di oltre 113mila euro, si sarebbe fatto pagare, secondo i pm, biglietti aerei, anche per Parigi, pernottamenti in un hotel di Monaco di Baviera, due ticket per un traghetto Civitavecchia-Cagliari e poi ancora biglietti del treno e un volo per l’Australia per la sua cognata. Tra le spese per le campagne elettorali, poi, anche il “noleggio di 20 tavoli da birreria”. E poi tre biglietti già pagati per il concerto dei Coldplay del 2017 a San Siro del valore: 902 euro e altri ticket per oltre 2800 euro per la finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid dello stesso anno a Cardiff. I magistrati vogliono portare a giudizi il deputato berlusconiano Diego Sozzani, per il quale la Camera ha respinto la richiesta di arresto. Accusato di finanziamento illecito, Sozzani è anche indagato per corruzione in un filone d’indagine ancora aperto.

Gli altri filoni – In un’altra tranche ancora, tra l’altro, lo scorso 14 novembre è stata arrestata (poi è tornata libera) l’ex eurodeputata di Forza Italia, Lara Comi, oltre all’ex dg di Afol Giuseppe Zingale. Questi filoni aperti potrebbero essere chiusi a inizio del prossimo anno, mentre si profila la richiesta di rinvio a giudizio anche per altre undici posizioni che nelle scorse settimane avevano provato a patteggiare, ma il gip aveva bocciato le istanze. Si trattava di Alberto Bilardo, ex segretario di FI a Gallarate (Varese) e uno degli uomini più vicini a Caianiello, per il quale era stat proposta la pena di 3 anni, la più alta. E poi 2 anni per Stefano Besani, avvocato di Gallarate, per Laura Bordonaro, ex presidente di Accam spa, per Matteo Di Pierro, ex collaboratore dell’imprenditore della Ecol service Daniele D’Alfonso, per Marcello Pedroni, all’epoca consigliere di Prealpi servizi, per Alessandro Petrone, ex assessore all’Urbanistica di Gallarate, per l’intermediario Pier Michele Miano e per l’imprenditore Piero Tonetti. E ancora 1 anno e 10 mesi per Davide Borsani, all’epoca consigliere di Alfa srl, 1 anno e 8 mesi per Beniamino Crescenti e Andrea Gallina, ex ad di Acqua Novara. Tutti queste posizioni saranno riproposte in udienza preliminare. In uno stralcio dell’inchiesta, infine, e che non riguarda accuse di corruzione o di finanziamento illecito, il governatore Fontana è indagato per abuso d’ufficio per la nomina in un organismo regionale di un suo ex socio di studio legale. Gli inquirenti all’inizio del prossimo anno decideranno se chiudere le indagini per una richiesta di processo o se chiedere di archiviare la sua posizione.

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