“L’identità della Repubblica è segnata dai morti e dai feriti della Banca Nazionale dell’Agricoltura”, ma “la Repubblica è stata più forte degli attacchi contro il popolo italiano”. “L’attività depistatoria di una parte di strutture dello Stato è stata doppiamente colpevole” e ancora “cinquant’anni dopo piazza Fontana sentiamo insieme ai familiari il dolore profondo per una ferita non rimarginabile“. Sergio Mattarella ha ricordato così la strage durante la seduta straordinaria del Consiglio comunale di Milano in occasione del 50° anniversario.

L’attentato del 12 dicembre 1969 che causò 17 morti e 88 feriti fu “un attacco forsennato contro la nostra convivenza civile prima ancora che contro l’ordinamento stesso della Repubblica – ha detto il Presidente della Repubblica – Uno strappo lacerante recato alla pacifica vita di una comunità e di una Nazione, orgogliose di essersi lasciate alle spalle le mostruosità della guerra, gli orrori del regime fascista, prolungatisi fino alla repubblica di Salò, le difficoltà della ricostruzione morale e materiale del Paese”.

“Non si serve lo Stato se non si serve la Repubblica e, con essa, la democrazia – ha proseguito il capo dello Stato – L’attività depistatoria di una parte di strutture dello Stato è stata doppiamente colpevole. Un cinico disegno, nutrito di collegamenti internazionali a reti eversive, mirante a destabilizzare la giovane democrazia italiana, a vent’anni dall’entrata in vigore della sua Costituzione. Disegno che venne sconfitto”.

Il disegno eversivo venne sconfitto perché dopo Piazza Fontana “la Repubblica è stata più forte degli attacchi contro il popolo italiano – ha proseguito Mattarella – La violenza terroristica ha sottoposto a dura prova la coscienza civica dei nostri concittadini. Il comune sentimento di unità, patriottismo, solidarietà, è stato, con dolore ma con fermezza, più consapevole e più forte dopo quegli assalti”.

Nel suo discorso a Palazzo Marino, dove ha incontrato le vedove dell’anarchico Giuseppe Pinelli, Licia, e del commissario Luigi Calabresi, Gemma, Mattarella ha messo in guardia contro “disinvolte manipolazioni strumentali del passato, persistenti riscritture di avvenimenti, tentazioni revisioniste” che “alimentano interpretazioni oscure entro le quali si pretende di attingere versioni a uso settario, nel tentativo di convalidare, a posteriori, scelte di schieramento, opinioni di ieri”.

“Nel momento in cui facciamo memoria delle vittime di piazza Fontana – e, con loro di Giuseppe Pinelli, del Commissario Luigi Calabresi – sappiamo di dover chiamare le espressioni politiche e sociali del Paese, gli uomini di cultura, l’intera società civile, a un impegno comune: scongiurare che si possano rinnovare in Italia le fratture terribili in cui si inserirono criminalmente quei fatti”. “Il destino della nostra comunità non può essere preda dell’odio e della violenza. Per nessuna ragione la vita di una sola persona può essere messa in gioco per un perverso disegno di carattere eversivo”, ha concluso.

Il discorso del presidente della Repubblica ha colto il plauso dei familiari delle vittime: “Con la sua presenza presidente onora i nostri morti, ma non dobbiamo dimenticare che parte dello Stato cercò di depistare e non farci avere giustizia”, ha commentato Carlo Arnoldi, presidente dei familiari delle vittime della strage di piazza Fontana.

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Piazza Fontana, Mattarella: “Attività depistatoria dello Stato doppiamente colpevole. Fu cinico disegno per destabilizzare democrazia”

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