“L’energia nucleare è pulita, senza alcuna emissione. Non so perché molti Paesi hanno un problema con questo”. Parte con questa dichiarazione del premier ceco Andrej Babis il Consiglio europeo durante il quale i leader Ue dovrebbero trovare un accordo per tradurre in pratica il Green deal e i nuovi obiettivi al 2050 annunciati dalla nuova presidente della Commissione Ursula von der Leyen. L’obiettivo è evidentemente arduo. Perché anche la Francia, come ribadito dal presidente Emmanuel Macron al suo arrivo a Bruxelles, punta a inserire il nucleare tra i settori “verdi”. Non solo: Repubblica ceca, Polonia, Ungheria e diversi altri Paesi dell’Est dipendono ancora fortemente dal carbone e sono contrari a fissare obiettivi troppo ambiziosi sulle emissioni. A meno che, è ovvio, Bruxelles non sia pronta a coprire i costi della transizione.

“Spero nel forte sostegno degli Stati membri”, si è augurata la von der Leyen arrivando al suo primo Consiglio europeo da quando è entrata in carica. “Sappiamo che dobbiamo agire con urgenza e questo è un invito per tutti. Stiamo vedendo quanto sia devastante il cambiamento climatico e sappiamo che dobbiamo agire per cambiare le cose”. Ma gli Stati membri sono, ancora una volta, spaccati.

“Dobbiamo trovare i meccanismi per una giusta transizione”, ha detto Macron, ricordando che in Francia il 60% di energia viene dal nucleare. “Tutti dovrebbero costruire le loro soluzioni da sé. Il nucleare è parte della transizione per i Paesi che devono allontanarsi dal carbone”. “Se vogliamo davvero raggiungere la neutralità climatica”. gli ha dato manforte Babis, “dobbiamo capire che ogni Stato membro ha un suo mix energetico e per raggiungere questa neutralità ci sono anche costi diversi. Per quanto riguarda la Repubblica ceca sarà probabilmente più di 30-40 miliardi“. Non solo: secondo Babis, va discusso anche il problema di come “costringere Cina, Russia e India ad abbassare le emissioni. Loro producono beni fuori dall’Ue producendo emissioni e noi li compriamo”. L’Austria “è contraria all’energia nucleare”, ha attaccato poi il leader ceco, ma ne “compra dalla Repubblica ceca. E’ molto divertente che stiano protestando contro il fatto che stiamo producendo energia per loro. Magari dovrebbero sapere che se oggi fossimo a ‘emissioni zero’ loro sarebbero senza la nostra energia“.

Il premier italiano Giuseppe Conte al contrario ha garantito che “noi sosteniamo assolutamente il piano ambientale” della Commissione europea, “lo vogliamo ambizioso: l’Italia è in prima fila per la transizione energetica, abbiamo un primato sulle energie rinnovabili”. Questo anche perché il Green New Deal comprende un fondo che Roma punta a utilizzare per la riconversione dell’ex Ilva di Taranto. “Ci batteremo perché alcuni dei fondi, per esempio il Just Transition Fund e altri, possano essere usati per la transizione energetica nei vari settori industriali”, ha spiegato il presidente del Consiglio. “Dobbiamo accompagnare anche la nostra industria verso questo riorientamento delle strategie imprenditoriali per produzioni senza sfruttare più i combustibili fossili, e quindi ecocompatibili. L’Ilva rientra in questa logica, assolutamente”.

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