Due mesi fa, Transparency international ha pubblicato la classifica degli europarlamentari con redditi da attività extra, oltre quella da europarlamentare, e gli importi dichiarati dagli stessi [qui tutti i dati].
È interessante consultare i vari grafici e le informazioni messe online dall’organizzazione, che combatte la corruzione e i conflitti di interesse, per rendersi conto con pochi clic per ogni paese quali siano i partiti e gruppi politici europei i cui europarlamentari hanno incarichi extra lautamente retribuiti e quali invece si dedicano esclusivamente al loro ruolo di rappresentante parlamentare dei loro elettori. Secondo l’analisi, i deputati neoeletti del Brexit Party e della Lega hanno il più alto reddito esterno complessivo delle delegazioni dei partiti nazionali al Parlamento europeo.
Nella top 10 complessiva – dominata dagli inglesi del Brexit Party di Nigel Farage – il primo italiano risulta essere Valentino Grant, eletto con la Lega di Matteo Salvini, che dichiara entrate esterne a quelle da europarlamentare tra gli 84mila e i 246mila euro. La top 10 italiana, invece, comprende in maggioranza parlamentari della Lega di Salvini, parte del gruppo europeo Id (Identità e Democrazia). Senza dimenticare tre presenze del Pd (Pisapia, Moretti e De Castro) e una M5s, Sabrina Pignedoli.
Secondo il regolamento del Parlamento europeo, queste attività esterne devono essere dichiarate ed elencate pubblicamente nella pagina web di ciascun deputato. Questo esercizio di trasparenza consente a qualsiasi cittadino interessato di individuare potenziali conflitti di interesse. Purtroppo il sistema attuale consente ancora dichiarazioni che contengono descrizioni vaghe o generiche.
La piattaforma consente anche di constatare quanto l’attuale normativa e sistema vigente lasci alla discrezionalità dei singoli eurodeputati la dichiarazione di tali entrate esterne, arrivando al paradosso che l’europarlamentare probabilmente più ricco d’Italia, ma forse anche di tutto l’emiciclo europeo, risulti a zero reddito da attività esterne, tale Silvio Berlusconi. Questa è la dichiarazione originale di Berlusconi pubblicata sul sito web del Parlamento europeo.
La domanda che a questo punto sorge spontanea è: le dichiarazioni sono affidabili? Queste informazioni non vengono verificate in modo indipendente. L’attuale sistema si basa esclusivamente sulla volontà del presidente del Parlamento Ue di applicare il Codice di condotta. La mancanza di poteri investigativi e di meccanismi sanzionatori credibili porta a un sistema permissivo che rischia di non essere preso sul serio. Solo nell’ultima legislatura, sono state documentate 24 violazioni del codice, ma il presidente non ha emesso alcuna sanzione. Un sistema indipendente migliorerebbe significativamente la qualità delle informazioni fornite e garantirebbe un grado più elevato di conformità al codice.
Dal mio punto di vista è necessario istituire un’autorità indipendente, esterna ai partiti, che verifichi le dichiarazioni rese, nonché le spese per le quali gli eurodeputati richiedono il rimborso perché legate all’attività di europarlamentare. Un organismo sulla scorta della francese Haute Autorité Pour la Transparence de la Vie Publique o dell’inglese Independent Parliamentary Standards Authority che disponga di risorse adeguate, sia in grado di avviare indagini e avere il mandato di formulare raccomandazioni vincolanti per i membri del parlamento europeo e per i commissari. Scommettiamo che gli europarlamentari della Lega voteranno contro?
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