La foto di Adolf Hitler campeggiava sul suo profilo Facebook, con scritte inneggianti alla propaganda estremista e antisemita. Ma non c’erano solo quelle immagini e quella parole contro di lui. C’era anche l’accusa di aver maltrattato, picchiato e terrorizzato i bambini della scuola coranica nella moschea di via Jacopo da Montagnana a Padova. Finora l’uomo aveva ricevuto l’obbligo di dimora nel capoluogo euganeo, con divieto di uscire di casa dalle 17 alle 8 del mattino e obbligo di firma in questura una volta al giorno. Ma la misura non è stata più ritenuta sufficiente. E così è stata decretata l’espulsione di Ahmed Junayed, l’ex imam 19enne della comunità musulmana bengalese nel quartiere dell’Arcella. Il prefetto lo ha ritenuto socialmente pericoloso e ha quindi firmato il provvedimento. La polizia lo ha accompagnato al centro di permanenza di Ponte Galeria, a Roma, per essere rimpatriato nel proprio paese di origine.

Quanto accadeva nella moschea e il profilo politico-religioso dell’imam sono stati ricostruiti dall’inchiesta condotta dalla Digos e coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica, Roberto Piccione. In realtà gli imam protagonisti di azione violente erano due. La vicenda era emersa la scorsa estate. Ahmed teneva le lezioni in un clima di terrore instaurato attraverso metodi d’insegnamento violenti: umiliazioni, pugni e percosse anche con un bastone. Inoltre, c’era la preoccupazione che con l’insegnamento diffondesse idee antisemite.

Il secondo imam è Hossain Shahadat, 25enne, successore di Ahmed Junayed. E’ stato arrestato alcune settimane fa e si trova ora ai domiciliari a Treviso. A carico dei due ci sono le testimonianze dei bambini, ma anche riprese fotografiche e video che mostrano sceme di violenza. Queste ultime sono state registrate dopo l’11 settembre, quando i poliziotti installarono nella moschea alcune microcamere. E quindi le immagini riguardano Hossain. Gli audio non lasciano dubbi: “Ti stacco un orecchio”, “Ti stacco la guancia”, “Ti spacco la testa” e “Ti do con il bastone”. Sono queste alcune delle frasi pronunciate. Si trattava di minacce perché i bambini non avevano imparato a memoria i versetti del Corano. La difesa di Hossain ha sostenuto che le situazioni più gravi erano avvenute in epoca precedente al momento in cui Hossain aveva preso il posto di imam. Alcuni genitori hanno confermato di aver notato cambiamenti di umore nei figli e, in alcuni casi, di aver visto il terrore nei loro occhi.

Articolo Precedente

Libia, trovati morti sei migranti sulle spiagge di Khums: due giorni fa un pescatore aveva segnalato un naufragio

next
Articolo Successivo

Brescia, il sindaco di un comune leghista nega la biblioteca al libro sull’antifascismo. “La politica resti fuori”

next