Un gruppo di ingegneri dell’Università di Leeds ha sviluppato il prototipo di un sistema di scansione wireless che montato su un drone è in grado, dall’esterno di un edificio, di individuare la presenza di persone. La tecnologia WideSee è stata progettata per essere impiegata dagli operatori di emergenza coinvolti nelle situazioni di pronto intervento, come incendi, terremoti o danni strutturali.

La novità sostanziale rispetto a soluzioni analoghe esistenti è che il raggio di azione è più ampio e che il rilevamento funziona anche in presenza di mura di cemento spesse mezzo metro. Inoltre grazie alle onde radio a lungo raggio non vi sono rischi per la salute.

Nello specifico il gruppo di ricerca, che ha coinvolto anche team dell’Università del Massachusetts e della Northwestern University di Xi’an in Cina, è partito da un sistema wireless presente sul mercato chiamato LoRa (Long Range). Normalmente viene usato per connettere oggetti IoT, consentendo ai dispositivi su una rete chiusa di condividere dati. Si pensi ad esempio a elettrodomestici o sistemi di riscaldamento smart. La peculiarità di LoRa è di avere ampio raggio d’azione ma a fronte di rischi di interferenza.

Gli ingegneri inglesi quindi hanno sviluppato un’antenna capace di concentrare il fascio e risolvere il problema. Il risultato è una sorta di radar, che sfrutta il “rimbalzo” dei segnali fra gli oggetti e quindi anche le persone. La difformità tra il segnale inviato e quello poi ricevuto dal drone consente di ricostruire le presenze interne agli edifici. Ogni informazione viene poi elaborata a terra da una postazione PC e così è possibile individuare ogni dettaglio sugli occupanti. Tutto questo potenzialmente dovrebbe consentire di identificare più umani contemporaneamente in stanze diverse, ma allo stadio attuale di sviluppo è possibile localizzare un solo bersaglio alla volta.

“Le telecamere a ricerca di calore sono in grado di identificare il calore irradiato da un corpo umano, ma in una fiammata c’è un’alta probabilità che le telecamere non siano in grado di captare il calore generato da qualcuno intrappolato nell’edificio a causa del calore più intenso emesso vicino al fuoco”, ha sottolineato il dottor Zheng Wang, professore associato presso la School of Computing di Leeds.

Per ora il sistema ha bisogno che persone all’interno degli edifici si muovano e agitino le braccia per ottenere i migliori risultati. In questa condizione, con il drone a velocità di 1/1,5 metri al secondo la percentuale di successo è del 96%.

WideSee è stato presentato oggi durante la conferenza su sistemi smart ACM SenSys 2019 di New York.

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