“Questo Paese non chiuderà mai i conti con il passato, se una persona che ha fatto per tre volte il presidente del Consiglio si avvale della facoltà di non rispondere in un processo per mafia. Sono veramente senza parole”. Il ministro degli Esteri e capo politico M5s Luigi Di Maio ha scelto di commentare su Facebook la decisione dell’ex Cavaliere di “avvalersi della facoltà di non rispondere” al processo d’appello sulla trattativa Stato-mafia. Poco prima aveva parlato anche il presidente M5s della commissione parlamentare Antimafia Nicola Morra: “Rimango colpito dal silenzio di Berlusconi in Aula”, si legge in una nota. “È un suo diritto e lo ha esercitato. Mi domando che senso abbia il silenzio di un ex premier in un Aula di tribunale. Se ci si definisce uomini dello Stato, bisogna avere il coraggio della parola, soprattutto in un tribunale. Questo è un silenzio che fa rumore e che di certo non impedisce la ricerca della verità sulla stagione delle stragi”.

Tra i 5 stelle la posizione è condivisa. Su Twitter si è esposto anche il sottosegretario M5s agli Esteri Manlio Di Stefano: “Berlusconi in tribunale per la trattativa Stato-mafia si avvale della facoltà di non rispondere. Salvini lo vuole al Governo con sé e perché no magari un giorno Presidente della Repubblica. Questa è la Destra italiana”. E pure il deputato questore M5s Francesco D’Uva: “Sarebbe soltanto un nuovo capitolo della solita triste storia, se non fosse che Salvini e Meloni se lo continuano a portare in giro per le piazze dicendo di voler governare assieme”.

Nel pomeriggio è arrivata anche la nota dei rappresentanti del Movimento 5 stelle in commissione Antimafia: “La scelta di Berlusconi di non rispondere alle domande dei giudici nel processo d’Appello sulla Trattativa Stato-mafia è un brutto segnale per l’immagine dello Stato”, si legge. “La sua è ovviamente una scelta possibile e del tutto legittima, ma non è mai irrilevante quando un ex presidente del Consiglio decide di non parlare di un argomento così delicato: le possibili minacce recapitate da Cosa Nostra a Palazzo Chigi, dove lui era premier in carica. Da chi rappresenta le istituzioni della Repubblica ci aspettiamo piena collaborazione verso l’accertamento della verità in tribunale e per l’affermazione della legalità, sempre e comunque. Berlusconi ha scelto di fare diversamente e non è la prima volta“.

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