Vulnerabili come neonati incapaci di reagire a nuove infezioni. Così il virus del morbillo cancella la memoria del sistema immunitario, spazzando via fino al 73% degli anticorpi che difendono l’organismo da altre malattie come influenza, herpes e polmoniti. Questa ‘amnesia immunitaria’, sospettata da tempo, viene documentata per la prima volta in un gruppo di 77 bambini non vaccinati, al centro di due studi internazionali pubblicati sulle riviste Science e Science Immunology.

Il primo è stato condotto dall’Howard Hughes Medical Institute di Boston in collaborazione con l’Harvard Medical School e l’Erasmus University Medical Center di Rotterdam. I ricercatori hanno usato il test VirScan per misurare nel sangue dei bambini i livelli di migliaia di anticorpi diretti contro virus e batteri. L’esame, fatto prima del morbillo e due mesi dopo l’infezione, ha rivelato che la malattia cancella dall’11% al 73% delle difese anticorpali. Lo stesso test, ripetuto sui macachi prima del morbillo e cinque mesi dopo l’infezione, ha confermato la perdita del 60% degli anticorpi. Conclusioni complementari sono state ottenute dal secondo studio, pubblicato dal britannico Wellcome Sanger Institute con l’Università di Amsterdam. Condotto sempre sullo stesso gruppo di 77 bambini protestanti ortodossi non vaccinati, dimostra che il morbillo causa la perdita di specifiche cellule della memoria immunitaria, lasciando i bambini vulnerabili .

Dal primo gennaio al 30 settembre 2019 sono stati segnalati in Italia 1.596 casi di morbillo, tra cui il decesso per complicanze respiratorie del morbillo di un adulto di 45 anni, non vaccinato, con patologie concomitanti. Il 58% dei casi si è verificato in Lazio e Lombardia, nella prima regione è stata registrata l’incidenza più elevata. I dati emergono dall’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss).

L’86,5% dei pazienti non era vaccinato al momento del contagio. Tra i casi segnalati, 93 riguardano operatori sanitari e 43 operatori scolastici. Oltre l’80% si è verificato in persone tra 15 e 64 anni, tuttavia l’incidenza più alta ha riguardato la fascia 0-4 anni, in cui sono stati segnalati 166 casi (10,4% dei casi totali), di cui 60 avevano meno di un anno di età (incidenza nei bambini sotto l’anno di età: 136,9 casi su 1.000.000). Il 49,5% dei casi in persone di sesso femminile.

Le complicanze si sono presentate nel 31% dei casi. Quella più frequente è stata la diarrea (203 casi), seguita da epatite/aumento delle transaminasi (190 casi), e cheratocongiuntivite (137 casi). Il 5% ha sviluppato una polmonite. Tra le segnalazioni di Regioni e Province anche tre casi di encefalite, rispettivamente in due persone adulte non vaccinate (27 e 28 anni di età) e in un bambino sotto l’anno di età. Dall’inizio del 2013 sono stati segnalati 14.757 casi di morbillo di cui 2.270 nel 2013, 1.695 nel 2014, 256 nel 2015, 862 nel 2016, 5.397 nel 2017, 2.681 nel 2018 e 1.596 nel 2019. Per quanto riguarda invece la rosolia, dall’inizio del 2013 sono stati segnalati 255 casi, di cui 65 nel 2013, 26nel 2014, 27 nel 2015, 30 nel 2016, 68 nel 2017, 21 nel 2018 e 18 nel 2019.

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