“Finalmente inizia la democrazia”, “è un giorno di festa nazionale”. Ma anche: “Non era necessario” e “è uno show elettorale”. Ieri, 24 ottobre, i resti del dittatore spagnolo Francisco Franco sono stati riesumati dalla tomba del mausoleo della Valle dei Caduti e trasferiti in elicottero al cimitero del Pardo, allontanando così la salma del Caudillo da quella del resto dei soldati franchisti e dei prigionieri repubblicani. L’episodio è l’esito di una lunga battaglia processuale che ha visto scontrarsi la famiglia Franco e il priore del monastero con il governo di Pedro Sanchez che ha parlato di una “decisione politica”.

Per comprendere l’impatto di quest’evento sulla società spagnola bisogna tornare a 40 anni fa. Allora, la nuova società democratica, retta da figure che provenivano dai ranghi del franchismo (sopra tutti Adolfo Suarez, il primo capo del governo della Spagna democratica), aveva deciso di cancellare i reati commessi durante il regime con la Legge di amnistia del 1977.

La giustificazione ufficiale fu quella di pacificare “le due Spagna”: secondo la narrazione politica del tempo, infatti, solo una pace simile avrebbe potuto allontanare lo spauracchio della Guerra civile e il ritorno dello scontro tra i due grandi gruppi politici, Franchisti e Repubblicani.

A partire da quel momento nasce il cosiddetto pacto del olvido, il patto dell’oblio. Lo Stato non porta avanti alcun programma di “rilettura della storia”: il culto dei propri familiari deceduti in guerra, per esempio, rimane confinato all’ambito privato, mentre viene estromesso qualunque discorso di condanna del regime.

Questa è la ragione per cui le richieste di riesumazione dei morti del franchismo dalle fosse comuni sono sempre state respinte in Spagna, fino all’approvazione della Legge di memoria storica del 2007 che riconosce i diritti di chi ha subito persecuzioni durante gli anni della guerra e della dittatura.

Il monastero della Valle dei Caduti è stato eretto per diffondere l’immagine di Franco come pacificatore e riunire simbolicamente i due bandi. Ancora oggi vi sono sepolti i resti di circa 33.800 uomini, soldati franchisti e prigionieri politici repubblicani (ridotti in schiavitù per costruire il mausoleo e poi uccisi), che riposano insieme senza nome né distinzione, in compagnia del loro persecutore. Almeno fino a ieri.

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