È indagato per la strage di Capaci l’ex poliziotto accusato dal collaboratore di giustizia Pietro Riggio. L’ex agente, che ha lasciato la Polizia di Stato nel 2002, è accusato di strage in concorso e associazione mafiosa “perché concorreva – dicono i pm di Caltanissetta – con altri soggetti già separatamente giudicati nella commissione della strage di Capaci”. L’uomo, secondo l’accusa, avrebbe ricoperto il ruolo di “compartecipe e esecutore materiale della strage”. Ma lui si proclama innocente. “All’epoca dei fatti – dice – nemmeno sapevo che esisteva la località di Capaci. Io mi trovavo al settimo corso per sovraintendente che è iniziato nel gennaio 1992 fino a luglio 1992. Appresi della strage mentre mi trovavo a quel corso”.

L’ex sovrintendente, che nel frattempo ha lasciato la polizia, è stato sentito dai pm di Caltanissetta il 6 marzo scorso. E ai magistrati ha parlato dei suoi rapporti con il collaboratore di giustizia Riggio. “L’ho conosciuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere nel 1998 – dice -. Dopo la scarcerazione lo stesso si era offerto di darmi un lavoro poi però nel 2002 in poi non l’ho più visto. Sono stato anche fermato con lui in auto a Caltanissetta e dopo di ciò non l’ho mai più visto”. E ribadisce: “Non ho mai fatto alcuna confidenza a Riggio in merito a vicende legate alla strage di Capaci – dice – né in relazione a un mio coinvolgimento nella stessa”. L’ex poliziotto tra il 2000 e il 2002 è stato arrestato per rapina e sequestro di persone “e poi sono stato assolto”, ha precisato davanti ai magistrati. Ammette anche di avere avuto il soprannome di “turco” mentre si trovava nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Poi ai pm ha detto ancora: “Dopo la mia scarcerazione non ho mai intrattenuto corrispondenza con altri detenuti. Non sento Riggio da circa 20 anni e non sapevo che fosse divenuto collaboratore di giustizia”. “Non so proprio perché Riggio mi abbia tirato in ballo in queste vicende”, spiega ancora l’ex poliziotto. E ribadisce ancora di “non avere particolari conoscenze in materia di esplosivi“.

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