Si chiama “Software Heritage” il primo archivio europeo dei codici sorgente. Sarà ospitato presso il Centro ricerche Enea (Agenzia Nazionale per le Nuove tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo economico sostenibile) di Bologna, che custodirà oltre 6 miliardi di file da cui vengono generati tutti i software disponibili pubblicamente a livello mondiale. Si parla del codice sorgente unico di 90,8 milioni di software, sviluppati da 25 milioni di programmatori, un vero e proprio patrimonio mondiale, che sarà ordinato, archiviato e reso disponibile agli utenti di tutto il mondo. Non a caso, Heritage significa letteralmente eredità.
Sul sito ufficiale si legge che “il software è fragile, a differenza delle parole scolpite nella pietra, può essere cancellato o corrotto”. Software Heritage raccoglie e conserva il software in forma di codice sorgente, perché il software incarna le nostre conoscenze tecnico-scientifiche e l’umanità non può permettersi il rischio di perderlo […] solo condividendolo possiamo garantirne la conservazione a lungo termine”.
La conservazione non riguarda solo l’eredità storica della produzione umana, ma anche le scoperte scientifiche e i processi industriali. Non è un caso, quindi, che l’archivio comprenda “perle” come il programma alla base del computer di bordo dell’Apollo 11, passando per i codici che hanno permesso la creazione della musica digitale.
La presentazione ufficiale si terrà domani 24 ottobre. Per navigare all’interno del contenuto dell’archivio bisognerà usare l’applicazione Web Software Heritage e le API Software Heritage. Tramite l’applicazione si potranno cercare pacchetti sorgente e repository, identificare le aree di interesse ed esplorarle con comode interfacce di navigazione.
Il gruppo di lavoro di Software Heritage spiega che “il Centro ENEA di Bologna non solo contribuirà alla sua sostenibilità a lungo termine, porterà anche la sua esperienza nei Big Data per studiare e analizzare il ‘Big Code’ contenuto in questa libreria di codici sorgente e algoritmi che non ha precedenti”.
L’iniziativa è nata su proposta degli informatici italiani Roberto Di Cosmo e Stefano Zacchiroli e beneficia del sostegno de l’Institut National de Recherche dédié aux sciences du numérique (INRIA) e dell’Unesco. Fra gli sponsor figurano Microsoft, Intel e Google.