Non ci sono più combattenti curdi a Ras al-Ayn, una delle città del nord-est siriano sotto assedio dell’esercito turco prima del cessate il fuoco di cinque giorni proclamato giovedì. Lo ha annunciato il comandante curdo Kino Gabriel, dopo che sabato il generale delle Syrian Democratic Forces (Sdf), Mazlum Kobane, aveva denunciato l’impossibilità per la popolazione curda di evacuare l’area a causa dell’opposizione delle milizie pro-Ankara: “Come parte dell’accordo per sospendere le operazioni militari con la Turchia con la mediazione americana – ha riportato il portavoce delle Sdf, Mustafa Bali -, oggi abbiamo evacuato dalla città di Ras al-Ayn tutti i combattenti delle Forze democratiche siriane. Non abbiamo più combattenti in città”. Una scelta che permetterà agli uomini di Recep Tayyip Erdoğan di occupare l’area e costruire una prima parte della zona cuscinetto che sogna di estendere fino a 30 chilometri oltre il confine tra Turchia e Siria.

Si tratta della prima ritirata da quando è stato siglato l’accordo per il cessate il fuoco mediato dagli Usa. Anche i civili abbandonano la città perché, senza la protezione delle Ypg/Ypj, temono rappresaglie.

Intanto, il segretario della Difesa americano, Mark Esper, ha detto che, secondo il piano attuale, le truppe statunitensi che lasciano la Siria andranno nell’Iraq occidentale e che le forze armate Usa continueranno a condurre da lì operazioni contro l’Isis per impedirne la rinascita. Non un ritorno a casa, come invece annunciato dal presidente Donald Trump, ma un semplice spostamento in aree meno calde da un punto di vista della sicurezza.

Parlando con i giornalisti sull’aereo che lo sta conducendo in Medio Oriente, Esper non ha escluso la possibilità che gli Stati Uniti conducano missioni antiterrorismo in Siria dall’Iraq. Ma ha anche precisato che questi dettagli saranno definiti nelle prossime settimane.

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