Non vogliamo criminalizzare alcuna categoria, ma semplicemente incentivare l’utilizzo della moneta elettronica“. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, commenta ai microfoni del Tg1 il testo varato della nuova legge di Bilancio, aggiungendo che il suo personale obiettivo era quello di arrivare subito al tetto di 1.000 euro per il contante, ma che comunque “l’importante era dare un segnale”, rendere conveniente non evadere. Quasi contemporaneamente, il capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, in un post su Facebook si sofferma soprattutto sul tema del carcere ai grandi evasori: “Per noi questo è un punto fermo, irrinunciabile – scrive -. Fino a oggi abbiamo visto uno Stato fare sempre il forte con i deboli e il debole con forti. Bisogna cambiare registro”.

Conte: “Non vogliamo criminalizzare categorie, ma spingere a non evadere”
Il capo del governo, come il ministro degli Esteri, affronta il nodo della lotta all’evasione, spiegando che “c’è una filosofia diversa rispetto al passato. Non vogliamo criminalizzare alcuna categoria, ma semplicemente incentivare l’utilizzo della moneta elettronica, arrivando alla media dei Paesi europei. È un patto con i cittadini onesti, vogliamo dire a tutti che essere onesti conviene perché incentivando i pagamenti digitali si ritroveranno più soldi”. La volontà iniziale del premier era quella di “arrivare subito al limite del contante a 1.000 euro. Poi siamo arrivati a questa soluzione, ma l’importante era dare un segnale”.

Poi però respinge le accuse di deriva giustizialista aggiungendo che “il tintinnare delle manette non mi esalta”. Ma aggiunge: “Non è pensabile che i gravi reati fiscali siano trattati con minor gravità. Su questo tutte le forze politiche sono d’accordo. Dal punto di vista tecnico stiamo riflettendo sulla soluzione migliore dal punto di visto normativo”.

Dopo aver ringraziato il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, e tutti i componenti della maggioranza per il lavoro sulla manovra, Conte aggiunge che il piano dell’esecutivo deve essere considerato a lungo termine: “La nostra azione nasce in base a un progetto politico ben preciso che non può essere realizzato in qualche settimana – dice -. È un progetto riformatore che si dipana nell’arco di un triennio. In un quadro di finanza pubblica così complesso – aggiunge – destinare 3 miliardi al taglio del cuneo fiscale è già un ottimo inizio. Non voglio dire che ci si arricchirà, sono 40 euro al mese, non trascurerei” quella cifra. “È una manovra espansiva – aggiunge – Pensate che per gli investimenti andiamo ad aggiungere 17 miliardi in tre anni a un già cospicuo piano”.

Proprio a Gualtieri, nel corso delle discussioni che hanno preceduto la nottata di martedì, il presidente del Consiglio aveva inviato un sms in cui si leggeva: “Caro, sull’evasione deve essere una rivoluzione che deve cambiare i comportamenti dei cittadini…”, chiedendo di insistere nel cercare i fondi necessari per chiudere in tempo la manovra e non cedere alle presunte pressioni di tecnici del Mef. “E’ vero, l’ho mandato. Sono stato un po’ pressante… Gualtieri è stato molto collaborativo, il nostro è un progetto condiviso”.

Poi annuncia il “superbonus della Befana” previsto dal 2021, per incentivare i consumi: si partirà “da 200-250 euro a crescere a seconda delle spese accumulate” e “ci sarà anche una lotteria con 50 milioni” per chi paga con carta.

Di Maio: “Colpire i pesci grossi, i grandi evasori”
Il capo politico pentastellato concentra l’attenzione sul carcere ai grandi evasori come punto fermo da cui partire: “Bisogna alzare la voce, farsi sentire ed essere duri, andando oltre le consuete multe di circostanza e introducendo il carcere. Ecco, il carcere ai grandi evasori: per noi questo è un punto fermo, irrinunciabile”. La prigione proprio per “dare un segnale diverso dal passato e colpire i pesci grossi, colpire chi ha messo il Paese in ginocchio“. Più cautela rispetto a provvedimenti antievasione e relative sanzioni: “Ogni strumento utile a combattere l’evasione fiscale è ben accetto. Va bene il Pos, va bene il tetto al contante, va bene tutto, però lasciatemi dire che ogni misura va adeguata alle peculiarità dell’economia italiana, al nostro tessuto economico/commerciale. Le cose vanno fatte con intelligenza e senza lasciarsi andare a slogan o campagne mediatiche. Perché un conto è la lotta all’evasione, che il M5s porta avanti da anni, e un conto è fare regali alle banche o alle multinazionali”.

Di Maio argomenta così: “Credo che per cambiare il Paese sia indispensabile muoversi sempre per priorità. Per il Movimento 5 Stelle di priorità da inserire in legge di Bilancio ce ne erano diverse, come l’assegno unico familiare, gli investimenti green, il mantenimento di Quota 100, l’abolizione del super ticket. Ognuna di queste misure sarà dentro la manovra e lo considero un ottimo risultato”.

Il cuore del post del capo politico resta quello del carcere per i grandi evasori, con un distinguo importante: “Tutti devono rispettare la legge, mi sembra ovvio, anche perché se non la rispetti paghi, ma ora non mi si venga nemmeno a dire che il problema dell’economia italiana sono coloro che l’economia italiana la tengono in piedi. Non mi si venga a dire che la colpa è di parrucchieri, idraulici, commercianti, elettricisti e chi più ne ha più ne metta”. Precisazione che sembra rispondere alle critiche arrivate in giornata dalla Confesercenti che, in una nota del presidente nazionale, Patrizia De Luise, aveva fatto sapere che “la manovra è partita bene, con lo stop agli aumenti Iva ed il taglio al cuneo fiscale”, ma si rischia “di finire fuoristrada sul fisco e la moneta elettronica. Abbiamo scampato la tassa sul contante, ma in cambio abbiamo avuto un diluvio di sanzioni sulle imprese”.

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