La sua prima intervista televisiva è andata in onda lunedì sera, appena 14 ore prima dall’annuncio del suo addio. Matthieu Jehl ha fatto giusto in tempo a farsi conoscere in prima serata su Rai 3, nella puntata di Presa Diretta, che il suo ruolo di amministratore delegato di ArcelorMittal in Italia è giunto al capolinea. Da oggi il suo posto sarà occupato da Lucia Morselli, già all’opera nel campo siderurgico all’Ast di Terni e in campo metalmeccanico alla Breco. Due esperienze turbolente sotto il profilo sindacale. Subito ricordate dal leader della Fim-Cisl, Marco Bentivogli: “Se si pensa invece di ridimensionare le produzioni e tagliare il personale sapremo come rispondere”.

L’ultimo messaggio di Jehl, l’uomo che ha firmato l’accordo sindacale sblocca-impasse nel settembre 2018, è stato ribadire, questa volta davanti alle telecamere di Riccardo Iacona, che il piano ambientale di ArcelorMittal a Taranto è “il più ambizioso al mondo” e alla fine l’acciaieria jonica sarà quella con “meno impatto al mondo”. Già ora, ha detto, “siamo i più controllati” e i “dati sono a posto”. Ma sulla decarbonizzazione, che Morselli propagandava con Acciaitalia, è stato assai cauto: “Nel 2050 ci impegniamo a zero emissioni in Europa”. Nel breve periodo, invece, ha ricordato come la crisi dell’acciaio è “dura e non è finita”.

Si tratta, probabilmente, di quelle “difficoltà che rimangono irrisolte” di cui Jehl parla nella lettera di saluto ai dipendenti in cui ricorda che a Taranto non sono ancora state raggiunti “una posizione di redditività sostenibile” e “il consenso di tutti i soggetti istituzionali il cui supporto è necessario”. Due “sfide” che ora richiedono “un cambio di approccio”. È così che l’ormai ex amministratore delegato di ArcelorMittal spiega il passaggio di testimone con Morselli, che si dice sicuro “si dimostrerà un grande leader per il nostro team”.

Nel merito, tra le righe, il messaggio appare di continuità, senza fratture, tra il percorso fatto con ‘l’orgoglio di aver centrato i risultati prefissati” e l’esigenza, ora, di un cambio di “approccio” per la necessità vincere due sfide: quella del mercato e quella del consenso. “Trovare soluzioni a queste sfide è necessario se vogliamo ripristinare la stabilità delle nostre operazioni e garantire un successo che sia sostenibile”, ha aggiunto Jehl.

Morselli, intanto, ha incontrato nello stabilimento di Taranto i sindacati. Un primo approccio che la Fiom-Cgil spera di replicare anche a livello nazionale con i leader dei metalmeccanici. “Con Matthieu Jehl abbiamo sempre avuto un rapporto improntato al reciproco rispetto e alla correttezza – ricorda la segretaria nazionale Francesca Re David – Con lui abbiamo condotto una lunga trattativa che ha portato all’accordo del 6 settembre del 2018 per l’acquisizione da parte di ArcelorMittal degli stabilimenti ex Ilva in Italia. Gli facciamo i migliori auguri per il suo futuro. Ci auguriamo di incontrare al più presto la nuova presidente del Consiglio di amministrazione e amministratore delegato Lucia Morselli, in considerazione della delicata situazione degli stabilimenti ArcelorMittal e del settore siderurgico nel suo complesso”.

Una decisione arrivata “all’improvviso”, dice il leader della Fim-Cisl, Marco Bentivogli. “Verificheremo subito se Lucia Morselli ha imparato la lezione dell’Ast di Terni”, aggiunge il sindacalista. “Non bisogna mai ostentare pregiudizi ma di Lucia Morselli, oltre all’epilogo positivo della vicenda ThyssenKrupp Ast di Terni, non dimentichiamo per arrivarci abbiamo messo in campo 36 giorni di sciopero a oltranza – aggiunge – La sfida è più grande ma se si vuol rilanciare e ambientalizzare quel sito; se si pensa invece di ridimensionare le produzioni e tagliare il personale sapremo come rispondere”.

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