Il furto delle biciclette sembra essere sempre più un deterrente per l’utilizzo del mezzo a pedali. Ma, allo stesso tempo, si ampliano anche le frontiere dei metodi per evitarli o per recuperare le bici rubate: l’ultima idea è quella di un antifurto social, “BiCiclope”, che attraverso una rete di sensori, app per smartphone e la collaborazione fra persone promette di contrastare il problema dei furti.

Il progetto arriva da Bologna, dove la comunità di ciclisti è molto attiva, con sistemi già rodati di monitoraggio delle bici rubate: ad esempio c’è Bologna Bike Watch, un database di bici rubate, in città e non solo, che registra tutti i velocipedi sottratti e li inserisce su un sito e sui social in modo che, se qualcuno li riconosce, può segnalarli. Un sistema che ha permesso di recuperare decine e decine di bici.

L’idea dell’antifurto social – ideato dai fondatori della startup Telamone S.r.l., che proprio per il progetto si è aggiudicata nel 2017 il Bando a sostegno delle Start up innovative della Regione Emilia Romagna – si basa su un principio simile: quello di una comunità monitorante che, scaricando un’app, in caso di furto può aiutare chi ha installato l’antifurto sulla propria bici. “BiCiclope ha come obiettivo anzitutto la creazione di una rete di persone che si aiutano sfruttando la tecnologia – dice Stefano Rosanelli, uno dei due ideatori e sviluppatori del progetto – un principio che, a ben rifletterci, è riconducibile alle dinamiche innescate dalla sharing economy, o economia della condivisione, che chiama in causa la possibilità del singolo di partecipare come soggetto attivo all’interno di una comunità”.

A fare la differenza, in questo caso, è la tecnologia: l’antifurto è montato all’interno del manubrio della bicicletta ed è composto da un sensore che sfrutta la tecnologia Bluetooth Low Energy. Tramite l’app, i dispositivi degli altri utenti comunicheranno automaticamente alla persona derubata la presenza della bicicletta. “Il progetto – spiega a ilfattoquotidiano.it Francesco Girelli, fondatore della startup – funziona solo se i numeri di utenti sono abbastanza alti. È quindi fondamentale la creazione di una rete di utenti, che non per forza devono avere il dispositivo fisico, ma che possono scaricare l’app entrando così a far parte di quello che abbiamo definito ‘social network antifurto’, diventando così uno dei ‘nodi’ della rete di controllo”.

In futuro strumenti di questi tipo potrebbero anche essere un mezzo per acquisire dati sulla mobilità nelle città, come supporto alla sostenibilità urbana: “I dati sulla mobilità delle biciclette – spiega Francesco Girelli – rappresentano un patrimonio informativo importante anche per le amministrazioni locali come supporto per le iniziative di mobilità sostenibile. Questi dati potrebbero quindi essere di fondamentale supporto al data-driven decision management delle pubbliche amministrazioni e privati”.

Non solo, BiCiclope, spiegano i due ideatori, potrebbe diventare anche una garanzia contro un altro dei problemi nel mercato delle biciclette: quello della vendita di bici rubate. Se infatti i furti dei mezzi che vengono sempre più utilizzati nelle città italiane sono in aumento – si calcola che in Italia siano tra le 300 e le 600mila le bici rubate ogni anno, per un danno economico di 1,5 milioni di euro – aumentano parallelamente anche le vendite di biciclette rubate, non sempre riconoscibili a un compratore poco esperto o poco attento. Per ora l’unico elemento identificativo di una bicicletta è la marchiatura, ma potrebbero essere utili anche altri strumenti per creare una sorta “targa elettronica” per le bici: una garanzia per chi compra una bici usata e un modo per disincentivare l’ampio mercato delle bici rubate.

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