“Non me la spiego. Perché io sono andato via dal Pd per rispettare la promessa fatta agli elettori. Viceversa Matteo Renzi ha contribuito in modo determinante a costruire questo governo. Ha detto prima ‘mai coi 5 stelle’, poi ‘sì coi 5 stelle’, poi ‘sono al governo non farò scissioni’, poi ha fatto la scissione. Insomma mi sembra un comportamento che definirei, in modo clemente, come ondivago”. Queste le parole di Carlo Calenda, europarlamentare che ha lasciato il Pd nelle scorse settimane

“Qual è il progetto? Staccarsi da un Pd che ha fatto esattamente quello che voleva lui alleandosi con i 5 stelle? Mi sembra più che altro un modo per tenere forte il controllo su un pezzo dei gruppi parlamentari attraverso cui condizionare l’attività del governo, le nomine, fare un lavoro del tutto legittimo, ma che poco ha a che fare con un vero progetto politico di rinnovamento della classe dirigente. Il governo ovviamente sarà più fragile, Renzi inaugurerà una stagione di controcanto continuo. Sarà un gran macello in particolare per il Pd e questo mi dispiace tantissimo”.

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Scissioni, quella di Renzi è solo l’ultimo capitolo. Da Cossutta a Mussi, da Vendola a Bersani, breve storia delle divisioni a sinistra

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Scissione Pd, Renzi: “Il nome della nostra nuova sfida sarà Italia Viva. Con noi 25 deputati e 15 senatori. Operazione di palazzo? Anche”

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